Le piramidi e la Sfinge: ogni ricerca di Atlantide parte da questo luogo, dalla piana di Giza. Questo non è solo l’effetto dell’innegabile malia che la civiltà che fiorì anticamente lungo le sponde del Nilo esercita su di noi. Sono molti gli indizi che fanno pensare che la grandezza dei faraoni sia la prima e diretta emanazione di ciò che restava della grandezza di Atlantide. Ci sono prove scritte che lo testimoniano, in primis il fatto che la fonte a cui Platone si rifà negli scritti “Timeo” e “Crizia” è un sacerdote egizio.
Poi ci sono le immagini. Le cartoline patinate che vediamo oggi dell’Egitto ci mostrano monumenti restaurati e tirati a lucido, soprattutto la Sfinge, per consolidare la quale nel 1925 l’ingegnere francese Émile Baraize fece abbondante uso di cemento. Alcune pietre originali furono rimosse, e si può dire senza timore di smentita che non fu quello un restauro ortodosso. Insomma, abbiamo perduto molto dell’originalità dell’opera.
Senza contare gli ulteriori restauri che sono stati fatti in tempi più recenti, durati quattro anni e ultimati nel 2014. Fu in questa occasione che vennero scoperti alcuni passaggi sotterranei, cunicoli che si dipartono dalla base del corpo di leone. Scoperte che in seguito sono state sminuite, quando non negate.
Per ritrovare il vero contatto con la Sfinge, forse, oggi più che ogni altra cosa sono utili le foto d’epoca. Molti scatti al ritraggono ancora con evidenti erosioni alla testa, in mezzo alla sabbia, nel momento in cui è riemersa per essere consegnata alla modernità. Qui di seguito, una carrellata di scatti che forse, più di tante parole, raccontano la storia di un popolo antico e sommerso, ma che ha lasciato grandi impronte sulla Terra.
Tutte le foto sono tratte dal sito web Curiosmos.
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