La pulsazione terrestre: il “battito” che si ripete ogni 26 secondi

Il nostro Pianeta è una creatura vivente, piena di misteri e regolata da meccanismi che in buona parte ci restano ancora sconosciuti. Ad esempio, da circa 60 anni c’è un enigma che appassiona i sismologi e gli scienziati di tutto il mondo. Fu 60 anni fa, infatti, che si scoprì come ogni 26 secondi la Terra sia attraversata da un “brivido”. Si tratta di una scossa tellurica che potremmo definire la “pulsazione terrestre”. Nessuno sa a cosa sia dovuta.

Jack Oliver

Fonte: www.amnonfreepress.com

La persona a cui si deve la scoperta del battito terrestre è Jack Oliver, un ricercatore che negli anni Sessanta conduceva i suoi studi nello stato di New York, presso l’osservatorio geologico della Columbia University. Oliver individuò una scossa che, scoprì, veniva registrata in modo simultaneo dai sismografi di ogni continente. Il punto di origine sembrava essere localizzato nell’Oceano Atlantico, e il “battito” appariva più forte quando era estate nell’emisfero settentrionale (e quindi durante l’inverno dell’emisfero meridioanle).

I mezzi che Oliver, il quale fece molte altre importanti scoperte nei decenni seguenti, aveva all’epoca non gli permisero di indagare oltre. Ma da quel momento la misteriosa pulsazione terrestre affascinò tutti gli studiosi di geologia e sismologia, i quali iniziarono a interrogarsi sulla sua natura. Di per sé, non è strano che vi siano delle scosse di terremoto. Anche se nella stragrande maggioranza dei casi noi non le avvertiamo, ne avvengono in continuazione.

La cosa che da subito ha incuriosito circa questo particolare battito è la sua regolarità, il suo ripetersi in modo costante al punto che viene usato per sincronizzare i sismografi mondiali. In seguito, sono stati fatti altri studi e sono state avanzate alcune congetture.

Il “blip”

Fonte: Google Earth

Nel 2005 anche il team di ricerca condotto da Mike Ritzwoller presso l’Università del Colorado si imbatté nello stesso ripetuto “blip”. A quel punto c’erano a disposizione strumenti più sofisticati che consentirono di localizzare con sufficiente precisione il punto in cui la scossa veniva generata. La zona di origine era nel Golfo di Guinea, lungo le coste occidentali dell’Africa. Unendo le intuizioni di Oliver, e quelle che negli anni Ottanta erano state avanzate dal geologo Gary Holcomb, trasse le prime conclusioni.

Il documento del 2006 pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters è ancora oggi uno dei più completi ed esaustivi sull’argomento. Questo perché in seguito non si è più dato molto peso alla pulsazione terrestre. Considerando che non implica situazioni di rischio, gli studiosi hanno ritenuto che vi fossero altri argomenti maggiormente meritevoli di studio. Ecco perché ancora oggi questa scossa periodica, che si ripete ogni 26 secondi, resta misteriosa.

Le ipotesi

Fonte: www.wavetribe.com

Sono principalmente due le ipotesi che sono state fatte circa l’origine del fenomeno. La prima riguarda le onde. Potrebbe accadere infatti che il moto ondoso, il quale non ha particolari effetti sul fondo oceanico, crei un notevole sbalzo di pressione quando incontra la piattaforma continentale, che è più vicina alla superficie. Le onde così deformerebbero il fondo dell’oceano, causando un’attività sismica che è quella che dà origine alla pulsazione terreste. Quseto ne spiegherebbe la regolarità.

Fonte: www.thoughtco.com

La seconda ipotesi è invece vulcanica. Infatti il punto da cui il battito prende origine è vicino al vulcano dell’isola di São Tomé, che si trova nel Golfo del Biafra. Siccome è stato studiato almeno un altro caso in cui l’attività ulcanica dà origine a scosse ripeture periodicamente, si pensa che si potrebbe trattare di un caso simile. Quseto è quanto avanzato dal professor Yingjie Xia dell’Istituto di Geofisica e Geodesia di Wuhan, in Cina.

Entrambe questo ragionamenti non fanno una grinza e potrebbero essere la spiegazione ricercata, ma resta una domanda senza risposta. Su tutto il pianeta ci sono decine, centinaia di vulcani, e il moto ondoso colpisce anche in altri luoghi le piattaforme continentali. Non sembra esserci un motivo preciso per cui proprio nel Golfo di Guinea si venga a creare questa particolare condizione.

I ricercatori dicono che questa materia attende le generazioni future: che uno studente un giorno darà una risposta al quesito della pulsazione terrestre. Per ora non vi è intenzione di condurre ulteriori indagini. Un vero peccato: chissà che si nasconde sul fondo dell’Oceano, per scuotere la Terra ogni 26 secondi esatti.

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