Non smette mai di stupirci un fatto semplice, ma innegabile. Uno dei monumenti più noti e visitati dai turisti in tutto il mondo è la piramide di Cheope. Questa costruzione è anche stata esplorata, analizzata e studiata numerose volte nel corso degli anni. Nonostante questo, essa resta ancora un mistero. Mancando fonti scritte che dicano come è stata costruita, ad oggi non sono state trovate spiegazioni convincenti sul modo in cui gli enormi blocchi di calcare e granito siano stati sollevati a molti metri di altezza e poi posati con precisione. Non si sa con esattezza neppure a cosa servisse. L’unica cosa che si credeva certa era la sua struttura interna: ma recenti studi hanno messo tutto, di nuovo, in discussione.
La struttura interna della piramide di Cheope
Le nuove tecnologie stanno offrendo molti innovativi strumenti per portare avanti gli studi archeologici. Già del 1986 si era ipotizzata l’esistenza di un’altra stanza all’interno della piramide di Cheope. A quella data, gli studiosi non ne conoscevano che tre: la Camera del Re, che si trova più in alto delle altre e che si ipotizza contenesse la mummia del faraone (che però non è stata ritrovata). Ci sono poi la Camera della Regina, più in basso, e una terza camera, non finita, che è sotto il livello del terreno. Tra la Camera del Re e quella della Regina c’è un collegamento chiamato “Grande Galleria“. Ci sono poi altri cunicoli e spazi di minore rilievo.
Gli ingressi alla piramide sono due: il primo è quello ufficiale, che si trova sulla parete nord, a circa 8 metri di altezza. Quello però usato da visitatori e turisti si trova alla base della piramide ed è detto “Robbers’ Tunnel”. Questo passaggio fu scavato nell’820 dagli uomini del califfo A Mam’un, che gli studiosi ritengono siano stati i primi a penetrare dentro la piramide di Cheope. Fin qui quello che sappiamo. L’archeologia dice che la piramide era la tomba del faraone e che dunque al suo interno vi fosse tumulato il corpo. Non vi sono evidenze a conferma di ciò, visto che il cosiddetto “sarcofago” trovato nella Camera del Re era vuoto. Si presume naturalmente che i predatori avessero già fatto razzia di tutto quanto di prezioso potesse esservi all’interno.
Nel 1986, come dicevamo, si ipotizzava che vi fossero altre cavità oltre a quelle note. Furono anche eseguiti scavi e perforazioni, ma senza successo. Andando avanti si rischiava di danneggiare la struttura. Ma nel 2015 esistevano nuovi sistemi non invasivi che permettevano di scandagliare il cuore della piramide di Cheope. Fu così che nacque il progetto ScanPyramids, patrocinato dall’Università del Cairo, ma a cui aderirono studiosi francesi e giapponesi. Il team di ScanPyramids decise di usare i muoni per penetrare l’interno della piramide misteriosa.
ScanPyramids e i muoni
I muoni sono particelle molto piccole, molte volte più leggere degli elettroni, che i raggi cosmici producono quando penetrano l’atmosfera terrestre. I muoni hanno la peculiarità di poter attraversare i solidi, quindi la pietra, mostrando una densità diversa quando però intercettano degli spazi vuoti. Questo per spiegare in modo molto elementare come funziona la tomografia a muoni. Con sofisticati rivelatori si possono scoprire le cavità entro un vulcano, ad esempio… o, perché no, una piramide.
A partire dal 2015 quindi il team di ScanPyramids ha usato questa, e altre tecnologie, per scandagliare la piramide di Cheope alla ricerca di qualcosa di vuoto. Già nel 2016 furono individuati alcuni spazi sopra l’ingresso nord, che però potevano essere solo spazi di costruzione, finalizzati ad alleggerire l’intera struttura. Nel 2017 però venne trovato qualcosa di assai più interessante, quello che i ricercatori oggi chiamano “The Big Void”, il grande vuoto. Rilevamenti incrociati e ripetuti hanno dato tutti la medesima risposta. Sopra alla Grande Galleria esiste una cavità, lunga circa 30 metri. Non si sa cosa possa essere: un’altra galleria, un’altra camera. Ma le sue dimensioni sono inequivocabili: che si tratti di uno spazio unico o meno, quel vuoto c’è.
ScanPyramids presentò un documento ufficiale, spiegando nel dettaglio il modo in cui avevano individuato quel vuoto in modo incontrovertibile. Molti studiosi hanno recepito la notizia con entusiasmo, perché in quella camera, o in quel corridoio, ci sono cose che nessun occhio umano ha mai visto. Altri mostrano più scetticismo e invitano alla cautela, perché anche in questo caso potrebbe trattarsi solo di uno spazio di costruzione (anche se appare alquanto improbabile, viste le dimensioni).
Ipotesi e ricerche bloccate
La reazione che ha stupito più di tutte le altre è quella di Zahi Hawass, noto egittologo nonché ex Ministro al patrimonio archeologico d’Egitto. Questi ha liquidato la scoperta come qualcosa che non aggiunge niente alle conoscenze già acquisiste, ritenendola poco o nulla interessante. Il team di ScanPyramids, di tutt’altro avviso, ha invece affermato che questo non è che un primo passo e che il prossimo sarà aprire un piccolo foro nel soffitto della grande galleria per inserire una sonda e vedere cosa vi è oltre. Ma perché allora ad oggi non si sono avute altre scoperte?
La pandemia globale ha interrotto il progetto ScanPyramids, che resta in stand-by in attesa di poter riprendere il suo lavoro. Nel frattempo, si capisce come il Grande Vuoto stia accendendo la fantasia di molti, specie di quelli che non hanno mai accettato le spiegazioni accademica circa la natura e la destinazione d’uso della piramide di Cheope. Viene anche abbastanza naturale pensare che ci sia qualcuno che, in fondo, non voglia davvero scoprire se quel vuoto è vuoto davvero, o invece non contiene qualche indizio che finalmente faccia pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.
C’è chi dice che quel vuoto non sia altro che questo, una bolla costruttiva. C’è chi immagina che celi un’altra camera, ancora ricca degli arredi funebri che invece sono stati razziati nelle camere conosciute. Oppure, al suo interno potrebbe esserci la chiave che aprirà una volta per tutte le porte della Grande Piramide, rivelando infine qual era il suo vero scopo, come è stata costruita, e a che cosa serviva. Possiamo solo sperare che il progetto ScanPyramids abbia modo di procedere oltre su questa eccezionale scoperta, con un’ultima osservazione. Forse non è poi così strano che siano stati i raggi del cosmo a permettere di nuovo l’accesso agli spazi celati della piramide di Cheope, che da sempre guarda verso le stelle.
Fonti:
- http://www.scanpyramids.org/
- https://curiosmos.com/how-the-biggest-discovery-made-inside-the-great-pyramid-still-remains-a-profound-mystery/
- https://www.nature.com/articles/nature24647
- https://www.sciencefocus.com/future-technology/how-scientists-are-using-cosmic-radiation-to-peek-inside-the-pyramids/
- https://www.smithsonianmag.com/science-nature/massive-void-found-within-great-pyramid-giza-180967058/
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