Il Monte Kailash: la Piramide, la Svastica e l’Axis Mundi

In Tibet vi è una montagna sulla quale, secondo i credenti di diverse religioni, abitano gli dei. Il Monte Kailash si trova esattamente all’interno dei monti Gangdise, che a loro volta fanno parte del sistema dell’Himalaya. Raggiunge 6638 metri sul livello del mare e ha un aspetto imponente e maestoso. Non ci stupisce sapere che, così come accade anche per molti altri picchi montuosi, qualcuno abbia immaginato che lassù potessero sedere esseri divini. Ma il Monte Kailash cela anche tante altre storie, una delle quali dice addirittura che non è una conformazione rocciosa naturale. Scopriamo chi ha rivelato che, in realtà, questa montagna è una piramide che fa parte di un complesso reticolo energetico diffuso su tutto il pianeta.

Una montagna sacra

himalaya - monte Kailaash
Fonte: Pinterest

Il Monte Kailash è ritenuto sacro da tre religioni diverse: il buddismo, l’induismo e il giainismo. Non solo, ma anche dalla religione Bön e dagli zoroastriani. Secondo gli induisti, sulla sommità della montagna siede Shiva in meditazione; secondo i buddisti invece lassù si trova il Buddha Demchok, il quale rappresenta l’estrema beatitudine. Anche chi non crede non può negare come questa montagna presenti delle caratteristiche uniche che la rendono, se non sacra, di certo speciale.

Da essa nascono quattro importanti fiumi, tra i quali un affluente del Gange, il Karnali, oltre all’Indo, al Sutlej e al Brahmaputra. Non distante dal Monte Kailash si trovano anche due grandi laghi, il Manasarovar Tal e il Rakshastal Tal, che hanno curiose caratteristiche. Il primo ha forma tonda ed è associato al sole; l’altro invece ha la forma della luna crescente. Uno è composto da acqua dolce, l’altro da acqua salata, caso praticamente unico al mondo.

Per quanto il Monte Kailash sia meta di pellegrinaggi da secoli, nessuno mai ne ha conquistato la vetta. Oggi è vietato anche solo provarci, ma chi si è cimentato in passato ha incontrato fini ingloriose. Si sono diffuse strane storie sul perché quella vetta sia inaccessibile. Sembra che la montagna, in qualche misura, faccia di tutto per deviare i passi dei viandanti. Senza contare che sul Monte Kailash il tempo scorre più veloce. Chi vi si inerpica da giovane, scende che è già vecchio.

Gli antichi racconti

Tibet
Fonte: nutshellschool.com

Potresti pensare che queste sono solo le chiacchiere che gli scalatori, beffati dalla montagna, si scambiavano al bivacco, intorno al fuoco. Eppure è vero che le “dicerie” intorno al monte Kailash risalgono a molto, molto tempo addietro. Nei maggiori testi sacri dell’induisimo si parla di questa montagna come dell’Axis Mundi, ovvero del perno attorno al quale ruoterebbe il pianeta Terra, e il cosmo stesso.

Nel 1907 sir Marc Aurel Stein, archeologo britannico di nazionalità ungherese, raggiunse la città di Dunhuang dove, da un eremita taoista, recepì (alcuni dicono: rubò) manoscritti preziosi. Tra questi manoscritti vi era una copia del “Sutra del diamante”. Vi era inoltre un diagramma buddista del secondo secolo in cui si illustrava la “montagna cosmica”, chiamata Monte Meru. Il disegno, studiato in seguito da esperti militari, fu trovato terribilmente somigliante allo schema di un acceleratore di particelle, che fu studiato nell’ambito del progetto Manhattan per mettere a punto la bomba atomica.

Così, qualcuno ha ipotizzato che la misteriosa fine dell’antica città di Mohenjo-Daro, vero cold case dell’antichità, potrebbe avere avuto la sua origine nel monte Kailash. Se la montagna fosse stata, in realtà, una fonte di energia inimmaginabile per l’Uomo, si potrebbe pensare che quell’energia, ad un certo punto, sia finita fuori controllo. Molti indizi trovati a Mohenjo-Daro fanno pensare che il sito possa essere stato colpito da una forte ondata di radiazioni e da un calore smisurato: quello emesso da una bomba atomica. Ma come si fa a pensare che una montagna sia una sorta di centrale nucleare?

La spedizione del dottor Ernst Muldashev

Ernst Muldashev
Fonte: www.rbth.com, il dottor Ernst Muldashev

Ernst Muldashev è un personaggio molto curioso. Di professione fa l’oftalmologo: nato nel 1948 nell’ex Unione Sovietica, nel corso della sua lunga vita ha esercitato sempre questa professione. Eppure ha sviluppato e coltivato anche altri interessi, come provano i numerosi libri da lui scritti. In uno di questi volumi, intitolato “Where do we came from” (Da dove veniamo), Muldashev riporta le sue conclusioni dopo una spedizione sul monte Kailash. Mukdashev si recò in Tibet nel 1999 con un gruppo di collaboratori. Soggiornò per qualche tempo sulla montagna, sostenendo di aver udito sussurri e tonfi di pietre provenire dal suo interno.

La teoria del dottore è tanto semplice quanto incredibile. Secondo lui il Monte Kailash è una piramide, costruita da mano umana. Ovviamente, fu costruita moltissimo tempo fa, da uomini che erano più che uomini e possedevano tecnologie oggi perdute. Questa enorme piramide, la più grande di tutte, forse la prima fra tutte, costituisce parte di un complesso reticolo mondiale che mette in collegamento altre piramidi, sia naturali che manufatte dall’uomo, comprese quelle di Giza e quelle mesoamericane.

L’ipotesi completa è questa. C’è stato un tempo, tanto tanto tempo fa, in cui gli uomini erano creature semidivine. Sapevano come fare per spostare massi enormi e pesanti, e gestivano un’energia globale che fluiva su tutto il pianeta. Questa energia veniva narrata nei testi sacri come “raggi di luce”. Che fosse energia atomica? O era forse il misterioso Vril narrato da Edward Bulwer-Lytton? Ad ogni modo, un giorno quell’energia andò perduta. Forse causò la fine di quella civiltà (come causò la fine di Mohenjo-Daro). Oggi resta solo quella che sembra una montagna: una montagna molto misteriosa.

Il monte della svastica

svastica
Fonte: haribhakt.com

Il Monte Kailash viene chiamato anche in molti altri modi, tra i quali “montagna della svastica”. La svastica, nonostante per noi occidentali abbia assunto un significato tetro e mortifero, è un simbolo sacro per gli induisti e per molte altre popolazioni, oltre che essere un simbolo antichissimo. Sul versante sud del Monte Kailash, da certe angolazioni, si può vedere una svastica. Inoltre, la montagna ha quattro versanti a picco, che guardano ognuno verso un punto cardinale. Sembra davvero una piramide.

La catena montuosa dell’Himalaya è selvaggia e affascinante, ed è detta “tetto del mondo” non a caso. Essa è vecchia di milioni di anni ed incute timore e rispetto negli esseri umani, che capiscono di trovarsi di fronte ad un organismo antico e saggio. La teoria secondo cui esistono piramidi in ogni angolo del globo, a partire dal Giappone fino all’Egitto e persino all’Australia, non è inedita ed è molto più che affascinante. Essa pone le basi di un’altra storia, che sembra inverosimile solo perché si prende per buona un’altra versione che è diventata ufficiale con il tempo, ma non ha maggiori prove a suo favore.

Anche la storia attuale, per certi versi, ci dimostra come la storia dell’Uomo sia tutt’altro che una linea retta fatta di progressi. Essa è una storia fatta di ripensamenti, errori, e ritorni ciclici. Sotto al Monte Kailash si percepisce come vi sia un’energia potente a cui oggi non sappiamo dare nome, e che di certo non sappiamo domare. Sotto al Monte Kailash possiamo davvero credere che ci sia stato un tempo in cui gli uomini erano poco meno che dei, e che ciò che viene definito “fantarcheologia” forse sia meno fantasiosa di quanto non ci piacerebbe credere.

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