Paleontologi e geologi dicono che i dinosauri sono esistiti sul pianeta Terra molto prima che l’Uomo facesse la sua comparsa. I dinosauri sono vissuti tra 220 e 65 milioni di anni fa; l’Homo Sapiens, invece, risale ad appena 200 mila anni fa. Ci sono però teorie non ufficiali che ipotizzano che uomini e dinosauri abbiano convissuto: questo retrodaterebbe la comparsa del genere umano, o aprirebbe comunque la strada a nuove ipotesi non evoluzionistiche.
Tra le “prove” che si potrebbero addurre a sostegno di questa (a detta di molti) strampalata teoria, ci sono le misteriose statuette di Acambaro. Fin dal loro ritrovamento, avvenuto negli anni Quaranta, si discute sulla loro autenticità. Cercheremo di capire insieme se è possibile dare una risposta alla domanda: l’uomo e i dinosauri sono davvero separati da migliaia di anni o non sono piuttosto stati contemporanei?
Waldemar Julsrud
Nel 1944 in Messico viveva un uomo chiamato Waldemar Julsrud (1875 – 1964). Era un modesto negoziante, immigrato dalla Germania, che un giorno si imbatté in qualcosa di molto curioso. Si trovava ad Acambaro, nella regione di Guanajuato, e nel terreno notò delle strane statuette. Chiese ai contadini del posto se potevano raccoglierle per lui: promise di pagare un peso a pezzo.
Di lì a poco si trovò letteralmente sommerso dai più straordinari manufatti che avesse mai visto: centinaia, migliaia di statuette stupefacenti. Alla fine erano oltre 30.000 e le loro fattezze destarono un vivo sconcerto nell’uomo. Infatti le statuette ritraevano uomini, ma anche e soprattutto strani animali che somigliavano in tutto e per tutto a dinosauri. C’erano persino strani personaggi con dei grandi piatti che ad alcuni ricordano alieni con le loro astronavi.
Julsrud cominciò a parlare della sua scoperta, ma subito archeologi e scienziati lo accusarono di aver architettato una complessa truffa. Fin dal primo momento si crearono due fazioni: chi era convinto che il rinvenimento delle statue fosse genuino e chi invece credeva che i contadini non avessero ritrovato, ma fabbricato ex novo le statuine.
Hapgood e i sostenitori
I primi studi sui reperti vennero eseguiti al fine di stabilire una datazione per la loro fabbricazione. Le statuette di Acambaro vennero sottoposte al test del radiocarbonio e a quello della termoluminescenza da parte degli studiosi dell’Università della Pennsilvanya e da una ditta del New Jersey. Le date risultanti oscillavano tra i 7.000 e i 3.000 anni di età.
Il governo messicano mandò quattro archeologi a confermare la veridicità della scoperta. Ad una prima analisi i quattro, dopo aver esaminato l’area degli scavi e i manufatti, deposero a favore della loro autenticità. Salvo poi ritrattare poco dopo. Per dare manforte a Julsrud giunsero così ad Acambaro due eminenti personaggi. Il primo era Charles Hapgood (1904 – 1982), il quale era stato il primo a sostenere la teoria dello slittamento dei poli terrestri.
Con lui c’era Earl Stanley Gardner (1889 – 1970), ex procuratore distrettuale e scrittore. A lui si deve la creazione del personaggio di Perry Mason. Al fine di zittire coloro che sostenevano che le statuette fossero di recente fattura, Hapgood fece degli scavi sotto l’abitazione del capo della Polizia, che era stata costruita 25 anni prima. Anche lì furono trovate delle statuette, che di certo non vi potevano essere state poste in tempi recenti.
Di Peso e i detrattori
Molto più numerosi, naturalmente, furono quelli che invece si adoperarono per dimostrare la malafede di Julsrud. Charles Di Peso (1920 – 1982), archeologo di professione, studiò a fondo le statuette pubblicando poi le sue conclusioni sulla rivista “American Antiquity”. In quanto esperto di popolazioni mesoamericane, affermò con nettezza che le statue di Acambaro erano dei falsi.
La principale argomentazione di Di Peso era il fatto che era praticamente impossibile che manufatti di argilla così antichi non avessero subito danni. Infatti le figure sono quasi tutte integre. Inoltre la loro superficie non presentava fratture, sporcizia, e nessuno dei detriti che i millenni trascorsi avrebbero dovuto depositare loro addosso.
Dalla sua parte, Di Peso aveva anche delle contro datazioni che erano state eseguite in laboratorio, che corroboravano la recente fabbricazione dei manufatti di ceramica. La somiglianza dei dinosauri alle illustrazioni più comuni all’epoca non faceva altro che confermare l’ipotesi secondo cui essi fossero stati creati dai contadini del posto, su commessa di Julsrud.
Le statuette di Acambaro sono dei falsi o sono autentiche?
Impossibile dare una riposta definitiva a questa domanda. Ci sono molte altre cose che si possono però dire sulle statuette di Acambaro. La riluttanza da parte della scienza ufficiale ad accettarle è legata in gran parte al fatto che la loro autenticità porrebbe alcuni sconvolgenti interrogativi a cui nessuno ha gli strumenti per rispondere. Però statuette molto simili, anch’esse integre, sono state trovate a Chupicuaro, importante sito archeologico che dista appena 7 chilometri da Acambaro.
Nessuno ha mai messo in discussione l’autenticità di quei reperti, perché sono “innocui”. Altra cosa che va detta è che nella zona non c’è alcuna tradizione di manifattura ceramica. Come avrebbero potuto i contadini realizzare una tale mole di piccole statue senza avere alcuno strumento adatto e nessuna preparazione?
La domanda più insidiosa è: perché mai Julsrud avrebbe dovuto architettare una truffa tanto complessa? Non ha mai venduto nemmeno uno sola statuetta. Inoltre perché farne fare così tante, oltre 30.000? Ne sarebbe bastato un numero assai inferiore. Davvero un po’ troppo cervellotico, come scherzo alla scienza ufficiale.
Un’ipotesi possibile
Proviamo allora a fare un’ipotesi fantascientifica, quella che l’archeologia rifiuta definendo le statue di Acambaro, al pari delle pietre di Ica, OOPArts fasulli. Diciamo che in effetti le statuette sono autentiche, fabbricate molti secoli fa da persone che avevano avuto modo di vedere i dinosauri con i propri occhi. E non solo, perché gli esseri umani ritratti sembrano appartenere a diverse etnie.
Secondo alcuni studiosi, come John H. Tierny, ci sono straordinarie somiglianze tra i manufatti di Acambaro e alcune delle più diffuse iconografie egizie. Le figure mostrerebbero non solo un legame tra uomo e dinosauri, ma anche tra Antico Egitto e Americhe. Insomma, anche se non possiamo vedere i contorni reali della scoperta, le statuette sarebbero l’ennesimo tassello che disegna una storia dell’Uomo diversa, più antica, meno lineare di quanto non si vorrebbe.
Se lasciassimo per un attimo andare ciò che crediamo di sapere e i dogmi su cui si fonda una “fede scientifica” decisamente assurda (ché, per sua natura, la scienza si basa sui fatti e non su ipotesi diventate con il tempo consuetudine) potremmo guardare quelle statuette con occhi diversi. Oggi si trovano in Messico, ad Acambaro, al Waldemar Julsrud Museum. E lì attendono che il loro mistero venga svelato.
Penso che esseri umani siano arrivati sulla terra dal futuro al tempo dei dinosauri e che dopo hanno lasciato qualche testimonianza.
Personalmente sono più propensa a credere soltanto che la storia dell’uomo abbia avuto inizio molto prima di quanto non ci insegnino a scuola. Credo che questo sia anzi ormai conclamato, viste le moltissime testimonianze trovate ovunque nel mondo! Il modo poi in cui questa storia sia iniziata è tutto da appurare e ogni congettura, a parer mio, è valida quanto le altre, fino a prova contraria.