Non possiamo negare come – nel nostro immaginario collettivo – l’Arca dell’Alleanza si leghi ormai all’universo cinematografico. Narrata nel libro sacro di Ebrei e Cristiani – la Bibbia – è misteriosamente scomparsa da secoli. Sul suo conto però si raccontano molte storie, e non è escluso il fatto che potrebbe rappresentare una prova dell’esistenza di Atlantide. Come? Cerchiamo di capire la vera natura dell’Arca dell’Alleanza: simbolo religioso o manufatto di potere?
L’Arca nella Bibbia
Cominciamo prendendo spunto dalla fonte letteraria che ci parla per prima dell’esistenza di questa “Arca”, ovvero la Bibbia. Nel libro dell’Esodo si racconta delle Tavole della Legge (i celebri “Dieci Comandamenti”) che Dio diede a Mosè. Il popolo ebreo si è affrancato dalla sua schiavitù in Egitto, ma lo attende un lungo viaggio fino alla “Terra Promessa”. Dopo aver emanato il suo decalogo, Dio dà anche istruzioni su come costruire il luogo in cui le Tavole dovranno essere custodite.
Lo fa con dovizia di particolari: insegna quali materiali usare (legno di acacia e oro purissimo), le dimensioni esatte (talmente esatte da fare stupore) e le decorazioni da applicare. Ecco il brano in cui Dio descrive come dovrà essere l’Arca dell’Alleanza. Le sue istruzioni – dice la Bibbia – verranno seguite alla lettera.
Faranno dunque un’arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. La rivestirai d’oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo d’oro. Fonderai per essa quattro anelli d’oro e li fisserai ai suoi quattro piedi: due anelli su di un lato e due anelli sull’altro. Farai stanghe di legno di acacia e le rivestirai d’oro. Introdurrai le stanghe negli anelli sui due lati dell’arca per trasportare l’arca con esse. Le stanghe dovranno rimanere negli anelli dell’arca: non verranno tolte di lì. Nell’arca collocherai la Testimonianza che io ti darò.
Farai il coperchio, o propiziatorio, d’oro puro; avrà due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza. Farai due cherubini d’oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. Fa’ un cherubino ad una estremità e un cherubino all’altra estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle sue due estremità. I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l’uno verso l’altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio. Porrai il coperchio sulla parte superiore dell’arca e collocherai nell’arca la Testimonianza che io ti darò.
Io ti darò convegno appunto in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull’arca della Testimonianza, ti darò i miei ordini riguardo agli Israeliti.
Considerando che un cubito corrisponde all’incirca a 58 centimetri, le dimensioni complessive dell’Arca erano di 110×66×66 cm. Quello che viene definito “propiziatorio” è più di un semplice coperchio: era il tramite con il quale Mosè poteva comunicare con Dio. Lui solo era autorizzato a farlo. Non sappiamo che fattezze avessero i due cherubini: non è detto che corrispondessero alla nostra attuale iconografia angelica, ma potevano anche avere sembianze di animali.
La storia dell’Arca dell’Alleanza
La Bibbia ci racconta che uso venne fatto dell’Arca così costruita. Al suo interno vennero riposte le tavole, ma non appare come un oggetto meramente liturgico. Interpretazioni successive dicono che dentro al contenitore furono posti anche altri oggetti (ad esempio, il bastone di Aronne e un vaso con la manna). Quello che è certo, è che l’Arca emanava un potere enorme, mortale.
Chi la toccava moriva sul colpo, a meno che non fosse una delle pochissime persone autorizzate. Durante il suo peregrinare, il popolo ebraico usò svariate volte l’Arca come arma per debellare le tribù nemiche che si opponevano al suo passaggio. L’episodio della caduta della città di Gerico, le cui mura crollarono al solo suono delle trombe, viene letto da alcuni commentatori come una dimostrazione del potere dell’Arca. Fu infatti il passaggio dell’Arca, secondo alcuni, ad “indebolire” le mura.
Il mistero più grande che avvolge questo oggetto magico, mistico e religioso è però il suo destino. Secondo gli storici è semplicemente andato distrutto (in fondo era fatto di legno). La Bibbia segue i suoi passi fino all’arrivo a Gerusalemme e alla costruzione del tempio da parte di Re Salomone. Questi mette l’arca in un luogo sicuro, inaccessibile ai più, e poi non se ne sa più nulla. Quando i babilonesi saccheggiarono Gerusalemme e distrussero il tempio, non avevano l’Arca nel loro bottino di guerra.
Quindi? Era stata trafugata già prima, nascosta in un luogo sicuro? C’è chi pensa che le cose siano andate così, e le ipotesi circa il posto in cui ancora oggi potrebbe trovarsi l’Arca sono molteplici. E, in verità, sono tutte plausibili: in quanto si fa davvero fatica ad accettare il fatto che un oggetto di così incommensurabile potenza sia andato semplicemente distrutto.
Che fine ha fatto l’Arca dell’Alleanza
Una prima ipotesi sul destino dell’Arca si lega ai cavalieri Templari. Ipotizzando che l’Arca fosse stata nascosta a Gerusalemme, in un luogo inaccessibile, potrebbe essere stata ritrovata dai nove cavalieri che nel 1120 si recarono in Terrasanta. Era l’epoca delle Crociate: questi valorosi, guidati da Ugo di Payens, ebbero la concessione di abitare in quello che era stato il tempio di Re Salomone. E se qui avessero ritrovato l’Arca?
In seguito la trasportarono (sempre secondo questa ricostruzione che, va detto, non si basa su prove dimostrabili) presso l’Abbazia di Chiaravalle. Il manufatto venne studiato a fondo, e dal suo studio vennero dedotte regole universali, quelle che avevano permesso a Dio di creare il mondo e che permisero il progresso dell’Europa da quel momento storico in poi. Davvero l’Arca conteneva delle “Tavole”: le leggi di Dio, la conoscenza assoluta capace di svelare il funzionamento della vita.
Questo non vuol dire, però, che l’Arca si trovi ancora lì. I Templari, per proteggere l’oggetto, l’avrebbero spostato più e più volte, forse perfino conducendolo nelle Americhe. L’esegesi biblica dice che l’Arca si trova custodita all’interno del Monte Sinai (dando credito a testi che però non sono stati da tutti riconosciuti come legittimi). Secondo il Talmud, si trova ancora nel Tempio di Re Salomone, ben nascosta in stanze sotterranee.
Certe ricostruzioni storiografiche avvalorano l’ipotesi secondo cui l’Arca potrebbe essere stata portata a Roma dagli imperatori Tito e Vespasiano, che la trovarono a Gerusalemme. Oggi si troverebbe nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Infine, c’è la fondata ipotesi della presenza dell’Arca in Etiopia, dove sarebbe stata portata da Menelik, il figlio che Salomone ebbe con la regina di Saba.
Che c’entra l’Arca con Atlantide?
C’è un ultimo filone da poter seguire, che in verità non ci dice dove potrebbe trovarsi oggi l’Arca (posto che esista ancora) ma da dove verrebbe. Questo filone parte dalla concezione dell’Arca dell’Alleanza come manufatto bellico, e non come oggetto sacrale voluto da Dio. La modalità con cui l’arca venne costruita ne farebbe una perfetta bottiglia di Leida. La bottiglia di Leida è uno dei primi condensatori elettrici che vennero costruiti nel XVIII secolo.
Al suo interno scorre l’alta tensione: era costruita usando vetro e parti metalliche e sfruttando un condensatore. L’Arca, secondo lo scrittore francese Robert Charroux, era un perfetto condensatore, in quanto costruita con due lamine metalliche (oro, uno dei conduttori migliori che esistano in natura) separate da un materiale isolante (il legno). Messa in determinate zone, l’Arca si “caricava” e poi liberava la sua incredibile energia.
Ecco spiegate allora certe descrizioni che vengono fatte di questo oggetto, che a volte emanava un’aura, e lanciava lampi di luce. Il suo potere in battaglia era quello di fulminare letteralmente i nemici: chi la toccava veniva bruciato, se non usava adeguate protezioni che solo in pochi conoscevano (gli iniziati, i leviti). E c’è la probabilità che l’Arca non venne costruita dagli Ebrei, ma trafugata agli Egizi: ecco perché il Faraone inseguì il popolo ebraico. Si accorse di essere stato derubato.
Magari gli Ebrei non avevano portato via l’Arca in quanto tale, ma le istruzioni per fabbricarne una. E non è possibile forse che il manufatto fungesse anche da trasmettitore? Mosè la usava per parlare con Dio. Ma chi è il Dio degli Ebrei? Non è possibile che fosse uno di quegli uomini che erano fuggiti da Atlantide, si erano trapiantati in Egitto e avevano trasmesso tutte le loro approfondite conoscenze agli altri uomini lì incontrati?
Egitto e Arca dell’Alleanza
Esiste un evidente trait d’union tra l’Egitto e l’Arca degli Ebrei, così come sappiamo che esiste tra l’Egitto e Atlantide. Sono i sacerdoti egizi a narrare della distruzione del continente perduto; forse la biblioteca di Atlantide si nasconde sotto le sabbie del deserto egizio. E magari, dentro quella che si crede la camera sepolcrale della piramide di Cheope, era contenuto un accumulatore di energia, costruito proprio come l’Arca.
Naturalmente tutte queste sono ipotesi che in molti liquiderebbero come “fantascientifiche”, la cui unica base è costituita dalla Bibbia. Ma – per quanto questo sia un libro sacro per molte confessioni religiose – sappiamo che un testo del genere non può essere letto solo a livello letterale. Se si prova a scavare un po’ più a fondo, a cambiare angolatura e prospettiva, si scopre che alcune cose possono anche essere lette diversamente.
Ipotizzare che l’Arca dell’Alleanza fosse un manufatto capace di immagazzinare l’energia elettrica e poi di rilasciarla consentirebbe di spiegare parecchie cose riguardo a ciò che si racconta su di lei. Se pensiamo che potrebbe essere stata frutto delle conoscenze di Atlantide, acquisirebbe maggiore peso anche l’ultima profezia che la riguarda.
Secondo il libro dell’Apocalisse, l’Arca ricomparirà solo nel giorno del giudizio finale, ovvero alla conclusione di tutte le cose. Che sia stato il potere generato da centinaia di “Arche” a distruggere Atlantide? In qualunque modo si vogliano interpretare le vecchie storie, possiamo pensare che sia un bene che l’Arca sia andata perduta: ma forse siamo riusciti a costruire oggetti persino più pericolosi di quanto lei non sia mai stata.