Tutti ormai conosciamo bene la festa di Halloween: c’è chi la ama, c’è chi la odia, ma è comunque stata sdoganata un po’ in tutto il mondo, di certo in tutto il mondo occidentale. Meno nota è invece la cosiddetta “notte di Valpurga”, che viene celebrata soprattutto nei Paesi del Nord Europa: Germania, Svezia e Finlandia. Scopriamo perché si dice che la Notte di Valpurga sia Halloween in Primavera.
Una festa pagana diventata cristiana
Halloween viene celebrato la notte tra il 31 Ottobre e il 1 Novembre, data in cui – secondo la popolazione celtica – finiva l’anno vecchio e iniziava quello nuovo. In tale occasione si celebrava la vita, il suo trionfo sulla morte, l’inizio di un nuovo ciclo. La notte di Valpurga è quella che trascorre tra il 30 Aprile e il 1 Maggio. Anche se ha il nome di una santa cristiana, il suo retaggio è fortemente pagano.
La notte tra il 30 Aprile e il 1 Maggio è quella che segna l’arrivo della Primavera. Per i Celti si chiamava Beltane, e in questa occasione si accendevano grandi fuochi. Si propiziava il ritorno della bella stagione, quando i campi sarebbero tornati a riempirsi dei frutti della Terra. Era quindi un momento di grande gioia.
Non erano naturalmente solo i Celti a celebrare la Primavera: tutti i popoli antichi, profondamente legati ai cicli delle stagioni, vivevano questo momento dell’anno con grande intensità. Anche i Vichinghi, le popolazioni che abitavano il Nord Europa. Un elemento comune era l’accensione di enormi falò attorno ai quali la gente si raccoglieva, mangiando e bevendo, danzando e facendo l’amore. Accoppiarsi era il modo principale di celebrare il ritorno della vita.
Dunque questa ricorrenza aveva connotazioni fortemente positive, almeno fino all’avvento del Cristianesimo. Come spesso accadde, quando la nuova religione sentì il bisogno di soppiantare le vecchie, si rese necessario “ammorbidire” i caratteri pagani di questa festività trasformandola in qualcosa di diverso, seppur simile.
Santa Valpurga
Così si associò alla vecchia festa di Beltane la memoria di una santa le cui reliquie vennero traslate nella sua attuale dimora – la chiesa della Santa Croce a Eichstatt – il giorno del primo Maggio. La santa si chiamava Walpurga (italianizzato, Valpurga). Era di origini britanniche, ma andò missionaria con suo fratello Winebald in terra teutonica. Santa Valpurga visse intorno al 700 dopo Cristo e si guadagnò la fama di poter combattere i demoni e gli spiriti maligni.
Tutto ciò che atteneva al mondo pagano, infatti, era stato demonizzato, e così accadde per le feste che si celebravano nella notte del 30 Aprile. Iniziò diffondersi voce che in tale nottata le streghe – creature dell’oscurità – si riunissero in un grande Sabba sul mondo Bock. I fuochi divennero il modo per tenerle lontane, per fugare l’oscurità del male. E Santa Valpurga era colei che poteva sconfiggere le streghe.
Fu così che e ancestrali celebrazioni pagane si trasformarono nella “notte di Valpurga” che all’incirca dal X secolo venne ufficializzata. Le è sempre rimasta addosso questa doppia matrice: da una parte è vista come una notte di tenebra, in cui bisogna guardarsi da spiriti malvagi, proprio come ad Halloween. Ma è anche il momento che segna la vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre.
Ancora oggi la notte di Santa Valpurga viene molto sentita in Germania, ma soprattutto in Svezia e Finlandia. Assume nomi diversi e si celebra in varie forme, che quasi sempre includono banchetti e danze. Immancabili sono i fuochi accesi nella notte, che scaldano il cuore e le mani in attesa dell’arrivo del sole.
Streghe e Demoni
Per molte persone il primo pensiero che viene evocato quando si parla della Notte di Valpurga è il “Faust” di Goethe. In quest’opera infatti si racconta del Sabba infernale che si svolgerebbe sul monte Bock. e su questa montagna è possibile percorre il “sentiero delle streghe”: a patto di avere sufficiente coraggio, è ovvio.
Durante le ore notturne bisogna dunque lottare e combattere, anche con l’ausilio del Walburgaol, o olio di Santa Valpurga. Presso il luogo in cui è sepolta la santa, infatti, pare che sgorghi una fonte miracolosa, tra il mese di ottobre e quello di febbraio. Le monache raccolgono l’acqua, la diluiscono e la distribuiscono ai fedeli perché questa acqua aiuta ad allontanare i demoni.
Il mattino successivo, invece, si sceglie un albero della foresta, lo si porta al centro del Paese e lo si adorna con nastri o fiocchi. Questo è il palo del Calendimaggio, che si usava anche in molti borghi italiani appendendovi spesso anche cose buone da mangiare. L’albero ha un profondo significato simbolico, in quanto è anche l’albero della vita che unisce la terra e il cielo.
Ecco allora che la Notte di Valpurga diventa espressione di un equilibrio fragile, ma necessario: quello tra il buio e l’orrore in cui può piombare l’animo umano, e la luce che invece deve illuminare le nostre miserie spingendoci ad elevarci più in alto. Così da scoprire che – in fondo – le streghe non sono affatto malvagie come le dipingono.