La Dodicesima Notte e la Tradizione della Befana

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte… il periodo delle festività natalizie giunge al termine e ormai non resta che un’ultima celebrazione da rispettare: l’Epifania. Qual è il significato di questa festa, e da dove arriva la figura della Befana?

La Manifestazione di Dio

Befana Re Magi

“Adorazione dei Re Magi” di Gentile da Fabriano, 1423, fonte: Focus.it

La lettura più immediata che possiamo dare sia dell’Epifania che della Befana viene dalla tradizione cristiana. “Epifania” è un termine greco che vuol dire “manifestazione“, e biblicamente indica l’apparizione del Cristo, il Dio incarnato, agli uomini. Coincide cioè con il momento in cui i Re Magi giunsero a Betlemme ad adorare il Bambino Gesù.



Dei Re Magi ci parlano i Vangeli, in particolar modo quello di Matteo, che racconta che i Magi furono convocati dal re Erode con intenzioni tutt’altro che pacifiche. I Magi, guidati da una stella, trovarono il “Re” e in sogno furono avvisati di non tornare da Erode. Dopo aver offerto in dono oro, incenso e mirra, tornarono alla loro terra prendendo un’altra strada.

L’Epifania, per il cristianesimo, è dunque l’adorazione dei Magi davanti al dio incarnato. E la Befana che c’entra? Il suo nome è una storpiatura del temine “epifania” e una leggenda la collega ai Magi. Pare infatti che i tre saggi, cercando il Cristo, incontrarono una vecchina intenta a ramazzare con la sua scopa. chiesero a lei la strada e lei la indicò loro.

Per ricompensarla di tanta gentilezza, le rivelarono che andavano a visitare un Grande Re, e la invitarono ad unirsi a loro. Lei, troppo indaffarata nelle pulizie, rifiutò. Però presto si pentì, capendo di aver perduto un’occasione unica. Riempì un sacco con doni e dolciumi e cominciò a girare di casa in casa, elargendo i suoi piccoli regali ai bambini, sperando fra loro di trovare il Bambino Gesù.

La Befana prima del cristianesimo

Befana pagana

Fonte: www.doppiozero.com

In realtà, come spesso accade, anche questa figura leggendaria affonda le sue radici molto, molto più indietro nel tempo. La dodicesima notte dopo il 25 dicembre, che cade esattamente tra il 5 e il 6 gennaio, per molte culture pre-cristiane era una data importante, una notte magica. Concludeva il periodo dei festeggiamenti relativi alla fine dell’inverno, propiziatori al ritorno della primavera.

Dunque la Dodicesima Notte, che dà il nome anche una famosa opera di Shakespeare, era un momento di passaggio, in cui le porte tra i mondi si schiudevano. Secondo diverse tradizioni una divinità femminile solcava i cieli per rendere fertile la terra in vista di una vita rinnovata al termine della brutta stagione.



La Befana, dunque, non è una strega, ma una divinità buona che segna la cesura tra l’Anno Vecchio e l’Anno Nuovo. Non a caso in molte regioni italiane è nota solo come “la vecchia”, e viene bruciata sotto forma di un fantoccio di paglia. La “vecchia” Befana porta via tutta la zavorra, propiziando un nuovo inizio.

La Befana nella tradizione italiana

Befana leggenda

Fonte: demonstre.com

Anche se la Dodicesima Notte era festeggiata in molte culture pagane, la tradizione della Befana resta, fortemente sentita, quasi esclusivamente in Italia. Fino all’avvento della figura di Babbo Natale lei era l’unica indiscussa dispensatrice di doni per i bimbi buoni. Nel suo sacco o nella sua gerla ci possono essere dolciumi appetitosi, o carbone, aglio e cipolla per chi non è stato ubbidiente.

La credenza nella Befana iniziò a diffondersi in alcune regioni italiane, per poi diffondersi all’intera penisola, intorno al XIV secolo. La sua denominazione la troviamo nel 1535 in un sonetto di Francesco Berni in cui si dice

Chi vuol veder quantunque pò natura
in far una fantastica befana,
un’ombra, un sogno, una febbre quartana,
un model secco di qualche figura

Qui, come si capisce, il termine non è però riferito nello specifico alla figura della vecchina con la scopa. In seguito, nel 1549, ritroviamo la parola “befana” in un poema di Agnolo Firenzuola

la moglie del sarto de’ Cavagli, che pare in faccia qualche cosa, in profilo pare una befana.

Anche in questo caso si conia un termine che solo in seguito verrà affibbiato alla cara vecchietta che porta regali ai bambini buoni. Si verrà così configurando la sua iconografia che spesso fa associare la Befana ad una strega: ma la Befana non è affatto una strega!

Com’è fatta la Befana

Befana

Fonte: www.cronachefermane.it

La Befana è una vecchina dolce e disponibile con i bambini rispettosi. Spesso però è scostante e un po’ scorbutica con gli adulti e i bambini impertinenti. Si copre la testa canuta con un grande fazzoletto, e indossa una lunga gonna rattoppata coperta dal grembiule. Ha la scopa in mano, e la usa anche per volare. Si copre le spalle con un ampio scialle di lana.



Non è una bellezza, e a volte viene raffigurata con un grosso naso adunco. Se il suo aspetto non è molto invitante, ciò non toglie che il suo animo sia generoso. Si cala giù per la cappa dei camini e lascia nelle calze i suoi doni. Se le lasciate un bicchiere di vino e qualcosa da mangiare, ve e sarà grata.

La Fine e l’Inizio

befana scopa

Fonte: www.vecteezy.com

“L’Epifania tutte le feste si porta via”. Questo è un detto molto diffuso in Italia, e di fatto con il 6 di gennaio hanno termine le festività legate al Natale. Andando a guardare più indietro nel tempo, con il termine di questi giorni si chiude un ciclo naturale, quello della Natura che si assopisce in attesa del progressivo crescere del Sole.

La Befana dunque è una vecchia che vola sulla sua scopa per farci lasciare indietro ciò che è stato ed aprire lo sguardo e la porta al futuro. Nel suo benevolo passaggio c’è l’ultimo augurio di saper gettare via ciò che non serve più costruendo qualcosa di nuovo e bello per i mesi a venire.

La notte tra il 5 e il 6 gennaio, dunque, non dimenticatevi di lei. Anche se Babbo Natale è già passato, lei avrà piacere di lasciare il suo dono ai grandi e ai piccini, un augurio di felicità antico come il mondo. Inoltre, fai attenzione: nella Dodicesima Notte gli animali parlano e svelano grandi segreti. Porgi l’orecchio, e li potrai ascoltare.

Poi alza gli occhi, e aspetta che l’inconfondibile sagome si disegni nel cielo notturno. Con la dolcezza tipica delle nonnine, la vecchia Befana non si stancherà mai di lasciarti una carezza, di cui di certo hai bisogno anche se non sei più un bambino.

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