La Cometa di Natale quest’anno passerà davvero

Nella tradizione cristiana sono due i simboli che vengono allestiti nelle case per celebrare la festività del Natale. Da una parte si è soliti addobbare un albero, usanza prettamente nordica. Dall’altra si creano degli accurati diorami chiamati “presepi” in cui si ricrea la scena della nascita di Gesù Cristo. Sia nell’albero che nel presepe c’è un elemento che non manca mai: la stella cometa.

Una Stella con la Coda

46P Wirtanen cometa

Fonte: TPI

La magia del Natale viene subito fatta evaporare dalla fredda logicità degli astronomi. Una stella non può essere “cometa”, ovvero, semplicemente, non può avere la coda. Le stelle sono corpi celesti in grado di emanare luce e calore. Le comete sono frammenti celesti, asteroidi o meteoriti,che sono formati per lo più da ghiaccio. Il ghiaccio, quando viene colpito dal Sole, forma una scia visibile dalla Terra.



Per questo Natale 2018 saremo particolarmente fortunati. Dopo cinque anni, infatti, tornerà a farci visita una cometa chiamata con il poco poetico nome “46P/Wirtanen“. La P indica proprio che è un corpo celeste che attraversa periodicamente l’atmosfera terrestre. Wirtanen è il nome dell’astronomo che la osservò per primo nel 1948.

Questa cometa sarà ben visibile nel periodo di tempo compreso tra il 12 e il 16 Dicembre prossimi, quando passerà vicina al Sole e alla Terra, ma resterà osservabile nel cielo notturno probabilmente anche a Natale e fino all’Epifania, per poi allontanarsi e salutarci fino al 2023.

Quella Stella famosa che seguirono i Magi

Magi Cometa

Fonte: Trish speaks

La domanda che subito nasce spontanea è: ma questa 46P/Wirtanen non sarà mica la stessa cometa che, secondo il racconto dei Vangeli, condusse i Re Magi fino alla capanna di Betlemme dove giaceva il Bambino Gesù? Anche se non sappiamo bene a quale fenomeno si riferiscano i Vangeli in quell’occasione, possiamo dire con sicurezza che la cometa che potremo osservare noi tra qualche giorno non ha niente a che fare con la sua più famosa “collega”.



Se si legge con attenzione il Vangelo di Matteo, dove si narra del viaggio dei Magi, infatti, si scopre che l’immagine stereotipata che abbiamo nella nostra mente è frutto di sovrapposizioni culturali molto posteriori. Matteo, infatti, dice solo che i Magi, giunti da Oriente (erano dei sacerdoti Parti) andarono da Erode e gli dissero le seguenti parole

“Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo”

L’idea dei tre vegliardi in groppa ai cammelli che seguono una stella che traccia per loro il cammino nel cielo, per poi fermarsi sulla capanna dove si trovavano Gesù, Giuseppe e Maria, viene dai Vangeli apocrifi. In quel caso, la stella non è una stella ma un Angelo che fa luce ai magi.

Ciò che crede la maggior parte degli studiosi biblici è che i Magi non abbiano seguito alcuna cometa. Essi erano astronomi e astrologi, ovvero leggevano i segni del cielo. A quell’epoca ci fu una straordinaria e luminosissima congiunzione di pianeti. Sole, Giove, Luna e Saturno erano visibili nella costellazione dell’Ariete. Marte e Mercurio erano nella costellazione del Toro e Venere in quella dei Pesci. Tutto ciò indicava la nascita di una persona straordinaria, portatrice di vita. Fu questo il “segno” che essi seguirono.

Da dove arriva la coda

giotto cometa

Fonte: sci.esa.int

Le spiegazioni possibili date dagli astronomi, a seconda dell’anno esatto a cui si fa risalire la nascita di Gesù Cristo, sono anche altre. In nessun caso però si parla di comete in senso stretto. Allora perché nel presepe mettiamo sempre quella stellina con la coda? La “colpa” è di Giotto. Nel 1301 stava lavorando agli affreschi della splendida cappella degli Scrovegni a Padova. In quell’anno ci fu il passaggio della cometa di Halley, che il pittore ebbe modo di osservare.



Ne rimase talmente impressionato che decise di dipingerla sopra la capanna della Sacra Famiglia, nella scena che rappresenta l’adorazione dei Magi. Da allora, nel nostro immaginario, la stella di Natale per eccellenza è una cometa, con una lunga coda, simbolo dell’illuminazione che viene dal cielo. Che sia un falso astronomico, in fondo, poco importa.

Per evitare però che a quella “stella” venisse data troppa importanza, nel 553 il Concilio di Costantinopoli decretò che stelle e pianeti non hanno anima. Decisione quantomeno discutibile per un astrologo: se avere un’anima significa fare parte del Grande Respiro del Tutto, le stelle ce l’hanno un’anima, eccome.

Ecco perché tra qualche giorno varrà la pena di cercare in cielo 46P/Wirtanen. La sua chioma sarà due volte più grande della luna e avrà una curiosa sfumatura verdastra. La trovi vicino alla costellazione di Orione, e sorge da est. Se il suo nome un po’ astruso non ti piace, tu dalle il nome che preferisci. La sua Grande Anima ne sarà felice.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *