Il giorno 17 marzo in Irlanda si celebra la memoria di San Patrizio, che è il protettore della nazione così come in Italia lo è San Francesco d’Assisi. Visto che parliamo di un santo, sembra naturale pensare che la sua vicenda riguardi le origini del cristianesimo nella verde isola d’Irlanda. In realtà, un po’ come quasi sempre accade in questa nazione, la sua storia presenta anche molti tratti magici e leggendari.
Chi era San Patrizio
Cominciamo enunciando i dati storici, quelli che riguardano la figura reale di San Patrizio così come ha narrato lui stesso nella sua autobiografia. Il santo è vissuto nel V secolo dopo Cristo ed è nato in quella che all’epoca era la provincia romana di Bretagna (che comprendeva Inghilterra e Scozia). Rapito che non era che un bambino, fu condotto in Irlanda dove visse facendo il mandriano.
Negli anni di schiavitù San Patrizio apprese sia molti rudimenti di cultura celtica, che i dettami della religione cristiana a cui si convertì. Quando infine riuscì a fuggire e a tornare a casa, la sua fede era maturata in una vera e propria vocazione. Prese i voti e divenne successivamente vescovo; in tale veste gli fu affidata l’evangelizzazione dell’Irlanda, che aveva ancora profonde radici pagane.
L’agiografia cristiana dice che Patrizio, con la sua grande fede e il suo buon esempio, riuscì nell’impresa di convertire dal paganesimo al cattolicesimo il pervicace popolo irlandese. Quello che è certo è che fu molto attivo e anche molto amato come pastore. La tradizione dice che morì il 17 marzo del 461 e, per sua volontà, il suo corpo fu caricato su un carro trainato da una coppia di buoi.
Là dove il carro si fermò il santo venne tumulato: il luogo si chiamava Down, che da allora divenne Downpatrick. Il giorno della sua morte divenne festa nazionale per l’Irlanda solo molto più tardi, nel XVII secolo. San Patrizio si trasformò poi anche in una festività internazionale con la sua esportazione in America ad opera degli emigrati d’Irlanda.
Miti e leggende sul patrono d’Irlanda
Raccontiamo adesso alcune delle storie che circolano su San Patrizio e che rendono la sua figura ancora più accattivante, anche se la gran parte di esse non ha alcun fondamento di verità. Quello che è chiaro è che Patrizio è stato trasformato dalla Chiesa Cattolica come il vessillifero della nuova fede che è riuscita a soppiantare gli dei pagani. A tal scopo c’è un racconto che è estremamente esemplificativo.
Il protagonista è Oisin, uno degli antichi guerrieri celti chiamati Fianna. Oisin si era innamorato di Niamh, una dea celtica che viveva nella terra dell’eterna giovinezza, il Tir na n’Og. Quindi era andato ad abitare con lei in questa landa beata e vi restò per secoli e secoli. Finché, un giorno, non fu preso dalla nostalgia di casa e chiese a Niamh se poteva tornare in Irlanda.
Lei glielo concesse, ma ad un patto: che lui non mettesse piede a terra e restasse a cavallo. Oisin giurò e partì. Restò profondamente deluso: la sua terra era molto diversa da come la ricordava. Stava quindi per tornarsene indietro quando vide un uomo che cercava faticosamente di sollevare una pietra. Per aiutarlo, cadde da cavallo e immediatamente divenne vecchio e decrepito. In quella, gli si avvicinò un terzo uomo.
Questo uomo altri non era che San Patrizio, che si mise a discutere con Oisin dimostrando, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la religione cristiana era migliore degli antichi rituali pagani e che li aveva ormai soppiantati in modo definitivo. Il racconto è chiaramente stato scritto dai monaci medievali, ma è ben lungi dall’essere vero: San Patrizio introdusse sì il cristianesimo, ma il paganesimo sarebbe sopravvissuto per molti secoli ancora. E, in verità, non è mai stato spento del tutto.
Il trifoglio e la campana
La cosa davvero curiosa è che tutta la storia di San Patrizio è ricca di elementi celtici, il che fa capire come la predicazione cristiana cercasse di far accettare il nuovo credo contaminandolo con elementi preesistenti e familiari all’uditorio. Ad esempio, si attribuisce a San Patrizio l’adozione del trifoglio come simbolo nazionale d’Irlanda.
Secondo un racconto devozionale, infatti, il santo usò il trifoglio per spiegare il complesso concetto della Trinità e della consustanzialità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ad uno scettico. Il trifoglio però era un simbolo molto potente già per i Celti, i quali erano convinti che tutte le cose importanti nella vita accadessero sempre in gruppo di te. Questo è il concetto che è alla base del simbolo del triskele.
C’è poi la ben nota storia dei serpenti. Si dice che fu San Patrizio a scacciare i serpenti dall’isola, dove in effetti non ci sono. Si racconta che il santo rimase sulla sommità della collina di Croagh Patrick per quaranta giorni di digiuno e penitenza. Oggi sulla collina c’è una chiesa meta di pellegrinaggi devozionali. A termine del suo ritiro, Patrizio scagliò una campana giù per il pendio, scacciando tutti i serpenti.
In verità sembra che i serpenti non abitino più l’Irlanda fin dall’Era Glaciale. Infatti questi rettili iniziarono a migrare da sud a nord allo scioglimento dei ghiacci e riuscirono a raggiungere la Gran Bretagna, ma non l’Irlanda perché nel frattempo si era formato il mare detto, appunto, d’Irlanda. La favoletta serve a simboleggiare la vittoria sui pagani, in quanto il serpente era il simbolo dei Druidi.
La croce celtica
Veniamo infine al simbolo che, più di tutti gli altri, è stato usurpato alla tradizione celtica. In moltissime fonti che narrano la vita di San Patrizio e il folklore che si è creato intorno alla sua figura si legge che fu lui a creare la croce celtica. Secondo tali fonti sarebbe stato un modo di coniugare la croce cristiana, simbolo del martirio di Cristo, con il Sole venerato dai Celti.
Naturalmente non è così: la croce cosiddetta “celtica” era un simbolo ampiamente usato dai pagani. Era quadripartita perché stava ad indicare i quattro punti cardinali e i quattro elementi fondamentali. Indicava anche le stagioni e la ruota del tempo, che torna ciclicamente.
Quindi, si può dire che tutta la tradizione narrata sul conto di San Patrizio non sia altro che un continuo tentativo di farlo apparire come il trionfatore della “vera fede” contro i “falsi dei”. La venerazione degli irlandesi nei confronti del loro patrono è sincera e molto sentita, ma questo non vuol dire che le antiche tradizioni siano state dimenticate. Al contrario, sono forse oggi più vive che mai.
Proprio nei simboli creduti cristiani (il trifoglio, la croce) continuano a sopravvivere gli insegnamenti e il credo degli antenati degli irlandesi, che sono anche i nostri comuni antenati. E ciò dimostra che nel flusso della storia tutto si trasforma ma niente si distrugge, e che può sempre capitare di ritrovare volti noti impigliati nella rete del tempo.
Saint Patrick Blessing
Benedizione di San Patrizio per il viaggiatore
May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,
may the sun shine warm upon your face,
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand.
Possa la strada sollevarsi per venirti incontro
possa il vento sempre soffiare alle tue spalle
possa il sole splendere caldo sul tuo volto
e la pioggia cadere lieve sui tuoi campi e,
fino a quando potremo incontrarci di nuovo,
possa Iddio tenerti nel palmo della sua mano.