L’Africa è un continente vasto e misterioso, chiamato la “culla della civiltà” in quanto gli studiosi sono convinti che qui abbia avuto origine il genere umano. Forse questa convinzione ha implicazioni più profonde di quanto non si creda. In Africa esistono dei siti poco conosciuti dai più: il calendario di Adamo e la Stonehenge africana. Anzi, sarebbe più giusto dire “le” Stonehenge africane: scopriamo il perché.
Stonehenge in Africa
Il circolo di pietre di Stonehenge si trova in Europa in Gran Bretagna. Sappiamo che veniva usato dai Druidi per i loro rituali; sapiamo che era un sito astronomico ma non sappiamo chi lo abbia costruito né quando (non con certezza, giacché la pietra non è databile con il sistema del radiocarbonio). Non tutti sanno che in Africa ci sono molti siti simili a Stonehenge.
In Senegal e Gambia, lungo le rive del fiume Gambia, circa un centinaio di anni fa furono scoperti diversi circoli di pietra, diffusi in un’area che si estende per circa 100 chilometri. Ogni cerchio conta da 10 a 24 pietre, ognuna di circa 10 tonnellate. Le pietre sono tutte molto simili. Non si sa chi le abbia erette, né a quando risalgono: di certo sono molto più antiche dell’arrivo nella zona dell’attuale popolazione abitante, i Mandingo (che giunsero qui nel XVI secolo).
Come accade sovente in questi casi, le modalità della loro costruzione restano per lo più ignote. Intagliare le pietre, spostarle, erigerle, avrebbero richiesto una forza lavoro e conoscenze che – secondo la storia ufficiale – nessuno in Africa poteva possedere in passato. Anche se il sito viene studiato da cento anni, non ci sono risposte. E molto più a sud c’è un sito ancora più intrigante, e ancora più misterioso.
Il calendario di Adamo
Il nome scelto per indicare un curioso complesso di cerchi di pietre presente in Sud Africa, vicino alla cittadina di Kaapschehoop, su una collina, è “calendario di Adamo“. Le pietre sono lì da millenni, ma vennero notate nella loro interezza solo nel 2003 dal pilota Johan Heine che stava trasvolando la zona. Heine notò che quelle costruzioni avevano uno schema preciso, ma soprattutto che si estendevano per un’area davvero molto vasta.
Fino a quel momento si era creduto che quei circoli e recinti fossero stati costruiti dalla popolazione Bantu come ricovero per gli animali. Ricerche successive fecero emergere però dei particolari davvero straordinari. Colui che ha dedicato maggior tempo allo studio del sito – chiamato dagli sciamani del posto “il luogo in cui è nato il Sole” – è Michael Tellinger.
Il calendario di Adamo è il fulcro del complesso archeologico: si tratta di un gruppo di pietre ad una prima occhiata disposte a casaccio. In realtà esse seguono il movimento del Sole nel corso dell’anno: questo calendario è valido ancora oggi. Partendo da questo fulcro centrale, Tellinger si è convinto che tutta l’area – che si stende per un diametro di 60 chilometri – fosse la sede di una civiltà antica di 200.000 anni.
I cercatori d’oro
La zona del Sud Africa in cui si trova il calendario di Adamo è ricchissima di giacimenti d’oro. Probabilmente le costruzioni, che sono collegate tra di loro da ciò che resta di strade lastricate, servivano per l’estrazione e la lavorazione dell’oro che veniva estratto. La gente che viveva qui è scomparsa, ma fu probabilmente la progenitrice delle civiltà egiziane e sumere, fin qui considerate le più antiche al mondo.
Secondo lo sciamano zulu Credo Mutwa, che Tellinger incontrò e intervistò personalmente, nell’area in cui si trova il calendario di Adamo gli dei crearono i primi uomini. Questa sarebbe dunque la prima, vera culla del genere umano. Cosa confermerebbe questa ipotesi? Ci sono diversi elementi.
Il primo è il calendario di Adamo stesso: studiandolo in allineamento con le stelle della cintura di Orione, si scopre che mostra un disallineamento rispetto ai punti cardinali di 3 gradi, 17 minuti e 43 secondi. Ciò avvalorerebbe la teoria dello slittamento delle placche di Charles Hapgood e farebbe datare il sito a 160.000 anni fa.
Il secondo è la presenza di alcuni incisioni: un falco che farebbe pensare al dio egizio Horus; l’ankh, la croce sacra degli egizi, e molte croci sumere. Ovvero queste due civiltà (l’egizia e la sumera) sarebbero derivate da quella che costruì il calendario di Adamo.
Una strana vibrazione energetica
Non è tutto: Tellinger ha personalmente rilevato nel 2011 che i cerchi di pietra producono onde elettromagnetiche, veri e propri suoni ad una frequenza di 380 Giga Hertz. La forma in cui sono disposte le pietre, incredibilmente, riproduce in modo esatto quelle onde. Secondo Tellinger, non è da escludere che tutta l’area servisse a produrre energia dall’elettromagnetismo terrestre, usata poi per l’estrazione dell’oro. Così come Nikola Tesla, secoli dopo, cercò di fare.
All’interno del calendario di Adamo il segnale GPS si perde, salvo poi tornare non appena se ne esce fuori. Questo aggiunge mistero al mistero, e moltiplica le domande. Gli scettici non vogliono ammettere la straordinaria rivelazione che quelle vecchie pietre celano. Quella che lasciò Tellinger sbalordito e che – dice – ci mise circa un anno a metabolizzare.
La storia dell’Uomo non è quella che abbiamo sempre creduto. I Sumeri dicono che l’uomo fu creato dagli dei Annuna per lavorare l’oro: forse nei loro racconti c’è un fondo di verità. L’ultima annotazione che non può lasciarci indifferenti è questa: il calendario di Adamo si trova lungo il medesimo meridiano della grande piramide di Giza.
Ancora una volta l’archeologia ufficiale si contenta di spiegazioni superficiali, dando poca importanza ad un sito che invece potrebbe rivelare molte cose sul nostro passato. Proprio per questa negligenza, purtroppo, molte pietre sono state spostate o distrutte. Nonostante questo, parlano ancora a chi abbia voglia di prestare orecchio e risuonano come campane, come dice lo stesso Tellinger.