Non tutto quello che è sotto ai nostri occhi è sempre quel che sembra. E non tutto ciò che crediamo di sapere è sempre vero. Partendo da questi due semplici presupposti, il mondo diventa all’improvviso un luogo assai più interessante di quel che vorrebbero farci credere. Ed è partendo da questi due presupposti che qualcuno non si è fermato davanti all’evidenza di Gunung Padang.
Gunung Padang si trova in Indonesia e a lungo non è stato creduto altro che una collina sulla quale si ergevano alcuni monoliti di pietra. Reperti interessanti, risalenti a poco più di 2000 anni fa. Interessanti, ma non più di tanto. Poi qualcuno ha posto una domanda che ha cambiato completamente le carte in tavola: e se Gunung Padang non fosse una collina naturale ma celasse un manufatto umano?
La collina dei misteri
Era il 1914 quando si parla per la prima volta di Gunung Padang come un sito di interesse archeologico. Ai tempi questa zona di Giava era colonia olandese. Come abbiamo detto, però, non parve che questa località rivestisse un particolare interesse a fini di studio.
Gunung Padang appare come una collina lussureggiante. Sulla sommità della collina ci sono delle rocce spezzate, sparse al suolo. Si tratta di pietre di origine vulcanica che danno vita ad una sorta di curioso cimitero. Gli archeologi olandesi ritennero che si trattasse di un antico insediamento megalitico il cui scopo si era perso nella notte dei tempi.
Solo di recente è stata sollevata un’ipotesi diversa, suffragata da indagini eseguite usando alcune delle più moderne attrezzature tecnologiche. Tali attrezzature, quali radar, GPS e tomografi sismici, hanno permesso di scandagliare il sottosuolo aprendo la strada ad una nuova verità che risulta abbastanza sconvolgente. Non ci stupiamo dunque se gli scienziati l’hanno definita semplicemente “impossibile”.
Un tempio sepolto
Colui che ha condotto le indagini più approfondite su Gunang Padang è stato il ricercatore dell’Indonesian Institute of Science, Danny Hilman Natawidjaja. Quello che ha scoperto, usando la datazione al radiocarbonio, è che sotto il primo strato superficiale ricoperto di terra si trovano altri tre strati di costruzione sepolti in profondità.
Il primo strato si trova tra i quattro e i cinque metri di profondità. Questo strato è stato datato al 4700 a.C. Il secondo strato è a 10 metri dalla superficie e si può collocare al 10000 a.C. L’ultimo strato, il più profondo, che costituisce la base di ciò che a lungo è stata creduta una collina, può risalire a 24000 anni prima di Cristo.
Naturalmente queste conclusioni hanno fatto trasalire l’intera comunità scientifica. Se il tempio di Gunung Padang, fatto di terrazze che lo renderebbero molto simile a Macchu Picchu in Perù, esistesse davvero, costringerebbe a rimettere indietro l’orologio della storia dell’Uomo. Sarebbe più antico delle Piramidi ma anche di Göbleki Tepe.
Gunung Padang testimonierebbe che è esistita una civiltà in grado di erigere strutture enormemente complesse ben prima di quanto noi non fissiamo l’inizio della civiltà propriamente detta. Non solo: la malta usata per la costruzione risulta essere una lega di argilla, silice e ferro. In una parola, quella civiltà era tecnologicamente avanzata.
Gunung Padang e la sua verità
I test e le datazioni che sono state eseguiti sono difficili da mettere in discussione. Gli esami del 2012 che hanno collocato gli strati più profondi della costruzione tra il 12000 e il 24000 avanti Cristo sono stati eseguiti dal BETALAB di Miami, uno dei laboratori più prestigiosi al mondo.
Ciò non toglie che la comunità scientifica definisca queste datazioni “impossibili”, ritenendo che il sito non sia altro che una conformazione naturale che ha assunto la forma di una piramide per via delle eruzioni vulcaniche. Questa è la versione del vulcanologo Sutikno Bronto.
Il governo indonesiano è invece determinato ad andare fino in fondo alla faccenda, e ha già finanziato dei lavori di scavo per appurare la veridicità delle ipotesi fatte in base a campioni prelevati dal terreno. Cosa si cela davvero sotto Gunung Padang? La riposta potrebbe cambiare il nostro sguardo verso il passato.
Infatti, se davvero lì sotto ci fosse una piramide, nelle sue stanze potremo trovare le prove dell’esistenza di Mu, il grande continente che un tempo si estendeva nell’Oceano Pacifico. Secondo quanto affermato dal Colonnello Churchward Mu era più antico di Atlantide, e doveva trovarsi proprio dove ora sorgono le isole indonesiane.
Una conoscenza più antica del mondo
A chi obietta che sembrerebbe strano che una grande civiltà abbia lasciato una sola piramide a testimonianza della sua esistenza si può rispondere che il molto tempo passato può aver distrutto molti altri reperti. Senza contare che, con tutta probabilità, è sul fondo dell’oceano che si trovano i resti più importanti di Mu.
A cosa serviva il tempio di Gunung Padang? La gente del posto dice che, sedendo sulle pietre di ardesia che si trovano sulla sommità della collina che forse non è una collina, si può sentire un’energia che vibra dal profondo della terra. La piramide oggi interrata era forse un tempo una delle cuspidi energetiche che Mu e Atlantide usavano per veicolare il magnetismo della Terra?
Se gli scavi proseguiranno forse potremo avere le prime risposte. E forse chi dice “è impossibile” potrebbe scoprire che la vita, e la storia, sono più imprevedibili di quanto non ci piaccia credere.