Le isole Canarie sono un arcipelago molto noto ai turisti vogliosi di spiagge semi-deserte e mare limpido. Si trovano nell’Oceano Atlantico, al largo delle coste del Marocco, e appartengono politicamente alla Spagna. Le più famose sono Lanzarote e Tenerife; le altre cinque si chiamano Fuerteventura, Gran Canaria, La Palma, La Gomera e El Hierro. Se ti capita di andare in vacanza alle Canarie, fai un salto al museo di Santa Cruz: troverai interessanti reperti di un popolo chiamato Guanches.
C’era una volta un popolo antico
Prima che arrivasse l’uomo occidentale a depredare e razziare, sulle isole Canarie vivevano i Guanches (il loro nome italianizzato è Guanci). I Guanches vennero sterminati dai Conquistadores spagnoli nel XVI secolo, e i primi contatti con loro avvennero prima della scoperta dell’America, già nel XIII secolo. Sono un popolo per molti aspetti ancora oggi avvolto dal mistero, di cui però si sanno molte cose.
I Guanches erano un popolo primitivo, rimasto più o meno all’età della pietra. Conoscevano l’agricoltura e l’allevamento, ma non sapevano navigare e non costruivano, né usavano utensili. Vivevano in grotte, naturali o artificiali. Erano alti, fino a un metro e 80, di carnagione chiara, occhi chiari, capelli rossicci.
Nonostante la loro arretratezza, avevano una civiltà piuttosto evoluta a livello sociale. Infatti c’era una precisa gerarchia politica, che partiva dal re per discendere fino ai sacerdoti e ai guerrieri. Il territorio isolano era diviso in dieci distretti, ognuno dei quali singolarmente amministrato. Gli spagnoli rimasero stupiti da tanta organizzazione. Ma non è tutto.
La religione Guanches
I Guanches mummificavano i loro morti, con procedure simili a quelle usate dagli Egizi. Le mummie che sono rimaste hanno permesso di verificare i loro inusuali tratti somatici, molto più simili agli indiani d’America che ai vicini abitanti dell’Africa. Veneravano un Dio-Sole, ma anche una divinità femminile simile alla Grande Madre celtica e cretese. Quando videro una statua della Madonna cristiana, la scambiarono per la loro Dea.
Avevano sacerdoti del culto, ma anche sacerdotesse. Le sacerdotesse erano custodi della sacra fiamma, e facevano pensare molto alle vestali romane. C’era anche una divinità malvagia nel loro pantheon, si chiamava Guayote e si credeva abitasse sotto il vulcano Teide dell’isola di Tenerife. Così come per la religione greco romana, era un vulcano la porta degli Inferi.
Altre caratteristiche del popolo Guanches
Un altro aspetto abbastanza curioso di questa antica popolazione è che possedeva una scrittura alfabetica decisamente evoluta per il suo stadio primitivo. Inoltre decorava gli ambienti con motivi grafici molto simili a quelli usati nel Nord Europa e dalle popolazioni centro americane. Thor Heyerdahl, noto antropologo norvegese, negli anni Novanta, fece uno studio approfondito sulle piramidi di Guimar, che si trovano a Tenerife.
Fino ad allora si era creduto che quelle costruzioni fossero casuali ammassi di pietre; Heyerdal dimostrò che invece erano piramidi a gradoni (sei in tutto) costruite dai Guanches a scopi astronomici. Infatti permettevano l’osservazione dei movimenti del Sole durante il solstizio d’inverno e d’estate. C’è ancora chi sostiene che lo scopo di questa piramidi sia solo agricolo, e che la loro erezione sia molto recente. Ma c’è anche una testimonianza scritta di cui tenere conto.
Plinio il Vecchio, studioso e storico romano, riferisce che nel 50 a.C. una spedizione cartaginese raggiunse le Canarie, trovandole disabitate ma costellate di grandi costruzioni megalitiche. Dunque queste piramidi, probabilmente, erano già lì. Quale che sia l’origine delle misteriose costruzioni di Tenerife, il mistero più grande riguarda l’origine dei Guanches stessi.
Berberi o Vandali?
Le assolute peculiarità fisiognomiche dei Guanches hanno fatto molto discutere circa la loro origine. Un’ipotesi suggerisce che le isole Canarie possano essere state popolate da viaggiatori provenienti dell’Africa. Questa idea sembra avvalorata dal linguaggio usato dai Guanches, ma non dalle caratteristiche etniche. Senza contare il fatto che non si spiegherebbe perché i Guanches erano del tutto digiuni di navigazione.
Al contrario, le caratteristiche etniche fanno ipotizzare una discendenza dalle popolazioni barbariche del nord Europa scese in nord Africa dopo l’invasione di Roma. Ma in questo caso l’alfabeto e la lingua sono estremamente diversi, e resta sempre il piccolo particolare dell’assoluta ignoranza in materia di navigazione. A questo si aggiunge l’analisi del DNA e dei resti mummificati che sono stati ritrovati, che parlano chiaro.
I Guanches erano uomini di Cro-Magnon, una forma di Homo Sapiens risalente a 30 mila anni fa che ha in tutto e per tutto le caratteristiche fisiche dei primitivi abitanti delle isola Canarie. Vale a dire: pelle chiara, capelli rossicci, statura notevole, occhi chiari, naso aquilino e zigomi pronunciati. Insomma, degli indiani d’America, ma con pelle chiara anziché “rossa”.
Una terza ipotesi
Se i Guanches erano uomini di Cro-Magnon, e se per molti versi assomigliano alle tribù berbere dell’Africa settentrionale, i cui componenti spesso hanno anomali occhi chiari e capelli biondi, si potrebbe fare un’altra ipotesi. Magari i Guanches sono ciò che resta di un’antica popolazione che abitava l’Atlantico in epoche molto remote, circa 11 mila anni fa.
A quell’epoca un cataclisma sconvolse la faccia della Terra. Alcuni abitanti di quelli che erano i picchi di alte montagne, che vennero circondate dall’acqua con l’innalzarsi del mare, rimasero isolati. Non sapevano navigare e regredirono ad uno stato primordiale. Appartenevano alla stessa linea etnica dei berberi del Marocco e proseguirono la loro storia in modo autonomo, credendo di essere gli unici sopravvissuti al terribile cataclisma di molti millenni prima.
La storia dei Guanches potrebbe cioè essere un’altra appendice della grande storia di Atlantide: ciò spiegherebbe le costruzioni piramidali, retaggio di un passato di gloria ormai sepolto in fondo al mare. Spiegherebbe i peculiari tratti somatici di un popolo che si suicidò fino all’ultimo superstite pur di non essere ridotto in schiavitù dai Conquistadores, con un orgoglio che fa pensare ad una storia antica, mai del tutto dimenticata.
Isole dove un tempo si ergevano montagne
Platone racconta che la società di Atlantide era divisa tra dieci sovrani. Anche i Guanches erano divisi in dieci tribù. Ad Atlantide si costruivano edifici imponenti, come le piramidi di Tenerife. Un antico cataclisma che aveva fatto sparire il mondo fino ad allora conosciuto è una spiegazione abbastanza convincente per capire come mai un popolo che per secoli è vissuto sul mare, su isole, non abbia mai avuto l’istinto di navigare.
I Guanches meriterebbero di essere studiati in modo più approfondito. Essi fanno parte infatti di una storia globale che deve essere letta abbandonando le convinzioni legate a ricostruzioni parziali, che considerano degne di nota solo le vicende delle grandi civiltà. Perché, come ben sappiamo, sono le piccole storie, sempre, che fanno la Grande Storia.