Anche se sappiamo bene che il pianeta Terra non è sempre stato simile ad oggi, a volte facciamo fatica a pensare che il suolo su cui poggiamo i piedi un tempo era molto diverso da come ci appare. La Gran Bretagna, ad esempio, non è sempre stata un’isola: anticamente faceva parte di una grande estensione di terra emersa chiamata Doggerland.
Da decenni i marinai ripescano strani oggetti dal mare del Nord, e di recente delle forti mareggiate hanno addirittura riportato alla luce delle intere foreste di alberi. Sotto mari e oceani si cela buona parte della nostra storia antica, e nessuno può dire ancora se Doggerland non fosse altro che una propaggine settentrionale di Atlantide.
Doggerland, la terra che non c’è più
Ogni volta che qualcuno dice che “Atlantide non è mai esistita”, doverebbe pensare a Doggerland. Siamo in Nord Europa, dove oggi si trovano l’Irlanda e la Gran Bretagna. Circa cento anni fa, quando cominciò ad essere praticata la pesca a strascico, i marinai cominciarono a tirare su strani oggetti. Si trattava per lo più di ossa mastodontiche a cui non sapevano dare spiegazione e che puntualmente ributtavano in mare.
Solo più tardi alcuni paleontologi vennero a conoscenza di alcuni di questi ritrovamenti. Tra le ossa recuperate c’erano anche ossa umane. Fu così che iniziò a farsi strada la consapevolezza che lì dove oggi si stende il mare un tempo vi fossero terre emerse.
Non è difficile da immaginare: parliamo di un processo avvenuto gradualmente a partire dal 18.000 avanti Cristo. A quei tempi Gran Bretagna, Germania, Francia e Danimarca erano un’unica massa continentale abitata da uomini che la potevano percorrere liberamente.
Poco alla volta i cambiamenti climatici mutarono ogni cosa. I ghiacci si sciolsero, ma il livello dell’acqua cominciò a crescere e la terraferma fu separata da strisce di mare, fino ad assumere la conformazione attuale. In questo progressivo passaggio gli studiosi pensano che l’uomo sia evoluto da pastore nomade ad agricoltore stanziale.
Uno tsunami pose fine a tutto
Secondo i ricercatori, però, non tutto il processo avvenne in modo pacifico. Alla fine vi fu uno spaventoso tsunami che sconvolse del tutto la geografia del luogo, cambiandola fino a plasmarla così come appare a noi oggi. Questa massa territoriale è chiamata “Doggerland” poiché nel mare del Nord vi è una zona detta “Dogger Banks” in cui i fondali sono molto bassi. Quasi sicuramente si tratta di un antico altopiano delle Doggerland.
Anche se è da parecchio che si ipotizza l’esistenza di Doggerland, è solo negli ultimi anni che sono emerse le evidenze scientifiche, grazie ai moderni mezzi tecnologici che hanno permesso di scandagliare i fondali marini. Si sono potuti vedere fiumi, ma anche elementi che fosse preludono a costruzioni umane, come ad esempio dei probabili tumuli.
Qualche anno fa a Londra si tenne una grande mostra multimediale in cui gli scienziati esposero le loro deduzioni sulla base di quanto rilevato con sonar, scandagli ed esami dei pochi reperti portati a galla. Hanno però ammesso che quello che si sa con certezza è ancora molto poco, per quanto potrebbe essere molto interessante per noi.
I cambiamenti climatici di cui furono protagonisti gli abitanti di Doggerland, infatti, potrebbero anche interessare noi in un futuro non troppo remoto.
La foresta sommersa
Nel 2014 delle possenti tempeste e forti venti riportarono alla luce, lungo le coste di Scozia e Cornovaglia, i tronchi degli alberi di un’antica foresta. Il mare ha restituito alla luce del sole un ambiente arboreo magicamente conservato, con ghiande e nocciole perfettamente intatte.
Degli antichissimi pini e delle querce, invece, non erano rimasti che dei tronconi, che però si sono potuti datare scoprendo che risalivano ad un periodo compreso tra 6.000 e 4.000 anni fa. Lo spettacolo era davvero mozzafiato, ma non è durato molto perché presto le onde e la sabbia hanno ricoperto ciò che per breve tempo è stato rivelato.
Ecco dunque che dal fondo del mare spesso appaiono indizi di un passato remoto da noi dimenticato. Ciò che si cela laggiù può essere stato eroso dal tempo, ma parla di un mondo che era molto diverso non solo da com’è oggi, ma anche da come lo abbiamo sempre immaginato.
Doggerland non è altro che la prova che gran parte della nostra storia si cela tra le onde, più che sottoterra. Se scavare è relativamente facile, ci sono profondità abissali estremamente difficili da raggiungere. E anche se ancora non laggiù non possiamo arrivare, non possiamo escludere che lì si nascondano le verità che non vogliamo accettare.