L’Oceano è uno dei luoghi più misteriosi e insondabili del nostro Pianeta. Per quanto sia più vicino di Marte o Plutone, non è, in verità, meno inaccessibile. Tra le tante curiosità che lo riguardano, ce n’è una che ci fa pensare che davvero la Terra non sia solo un masso inerte, ma una creatura che cerca costantemente di comunicare. Pensa che l’Oceano ha una sua voce: è il fischio dell’Oceano che si sente dallo Spazio.
Il fischio di Rossby
Nel 2016 un gruppo di studiosi dell’Università di Liverpool ha condotto delle indagini su una porzione ben specifica di Oceano Atlantico, ovvero il Mar dei Caraibi. Attraverso delle speciali strumentazioni ha scoperto che, tra tutti i numerosi suoni emessi dalle onde marine, c’è anche uno speciale fischio, molto sottile.
Questo fischio viene emesso proprio dal Mar dei Caraibi e può essere registrato dallo spazio. Esso infatti provoca un mutamento del campo gravitazionale terrestre. Le oscillazioni di tale campo possono essere captate sotto forma di questo sussurro, di questo adorabile mormorio che potrebbe far pensare ad un mostro sottomarino, o al sospiro delle ninfe oceaniche.
La spiegazione scientifica è molto più prosaica. Il Mar dei Caraibi si trova vicino al Golfo del Messico ed è circondato da Sud America, Centro America e isole caraibiche. Si stende per circa tre milioni di chilometri quadri. In questa zona di oceano si verifica un fenomeno già conosciuto, che viene detto “onda di Rossby”.
L’onda di Rossby è una massa di acqua che si muove da est verso ovest molto lentamente: il suo ciclo è di 120 giorni. Quando si spegne ad ovest, si forma di nuovo ad est e riprende il suo moto. La massa di acqua in movimento interagisce con i fondali oceanici, generando quello che, di conseguenza, è stato chiamato “fischio di Rossby“.
Il fondo dell’Oceano
Gli studiosi si sono avvalsi di tutta una serie di misurazioni e rilievi effettuati tra il 1953 e il 2013 per mettere a punto la loro teoria. Così come spiega il professor Chris Hughes, esperto della cosiddetta “Sea Level Science”, accade un po’ quel che succede in un fischietto. Le vibrazioni indotte dallo spostamento d’aria rimangono chiuse in uno spazio angusto e producono il suono.
Ne caso del fischio di Rossby, il suono non resta rinchiuso ma si espande, tanto da poter essere percepito anche dallo spazio. Il suono, che puoi sentire riprodotto nel video che segue, è stato identificato come un La bemolle. Molto basso e costante, suono quasi come un “Om” cosmico in risposta all’Om energetico del Sole.
Si tratta, in sostanza, dell’incontro e scontro tra diverse correnti e differenti masse d’aria calda e fredda, che creano dei mutamenti nella gravità e quindi le onde sonore del fischio di Rossby. Tutto questo riveste grande importanza per la scienza, soprattutto alla luce dei recenti cambiamenti climatici che stanno investendo il globo.
I ricercatori sperano di poter capire quanto e quando i livelli costieri dell’Oceano si innalzeranno, in modo da prevedere e prevenire alluvioni e inondazioni. Inoltre, si crede che l’onda di Rossby abbia un forte impatto su tutto l’Atlantico del Nord, che viene definito il “motore climatico” del pianeta.
Un angolo di Oceano molto interessante
Le onde di Rossby, che prendono il nome dal loro primo teorizzatore, Carl-Gustaf Arvid Rossby, non sono un fenomeno che riguarda solo gli Oceani, ma anche l’atmosfera terrestre e i pianeti. Sono anche definite “wormholes”, in quanto si spengono da un lato e, misteriosamente, si riformano dall’altro.
Curioso notare come il termine “wormhole” (letteralmente, buco creato da un verme) indichi in realtà tutt’altro. Secondo alcune diffuse teorie, mai comprovate, potrebbe essere un passaggio spazio temporale che collega due buchi neri nell’Universo. Esso permetterebbe cioè di attraversare il tempo, oltre che lo spazio fisico.
Che ti po di passaggio c’è sul fondo dell’Oceano, lì, sotto il Mare dei Caraibi? E se quel suono non fosse altro che il riverbero di qualcosa di molto antico, di molto antecedente a noi? Al di là delle razionali spiegazioni scientifiche, noi non possiamo non ricordare che – volendo credere all’esistenza di Atlantide – è proprio lì sotto che potrebbero esistere ancora le sue vestigia.
Così ci piace credere che quella nota ripetuta e costante che raggiunge perfino lo spazio profondo sia una voce remota, un motore ancora accesso che attende solo di essere nuovamente avviato. Ma questo potrà accadere solo quando l’Uomo avrà recuperato la sua saggezza e il rispetto per la Natura. Perciò, probabilmente, questi non sono i tempi giusti.