Non c’è civiltà umana in nessuna parte del globo che non parli di fantasmi. In qualunque epoca e in qualunque regione del mondo c’è qualcuno che crede che gli spiriti esistano, e che possano essere benevoli o malevoli nei confronti degli esseri viventi. Dall’altro lato c’è anche chi afferma con certezza che i fantasmi non esistono. Proviamo a fare chiarezza sui fantasmi: cosa sono e prove della loro esistenza.
Cosa sono i fantasmi (o chi)
Non possiamo definire i fantasmi delle “persone” in quanto non hanno carne ed ossa: possiamo dire che essi sono ciò che resta di un essere umano una volta che il suo cuore ha smesso di battere. Il fantasma non è esattamente l’anima di un uomo, ma è comunque quella parte di lui – totalmente incorporea – che può permanere sulla Terra dopo la morte. Ecco perché molto spesso i fantasmi fanno paura, anche se non è detto che siano malvagi.
Il termine italiano, “fantasma”, viene dal greco antico e vuol dire “apparizione”. Infatti si tratta di una manifestazione visiva di qualcosa di intangibile e indimostrabile. In inglese il termine usato è invece “ghost“, che deriverebbe dalle lingue proto germaniche e inizialmente avrebbe espresso il concetto di “rabbia“. Non è inusuale infatti che le apparizioni delle anime dei defunti siano legati ad un qualche fatto accaduto durante la vita del soggetto, che dopo morto torna per vendicarsi (o sistemare le cose).
Già nelle più antiche civiltà umane, quella sumera e quella egizia, si parlava degli spiriti dei defunti e del fatto che potessero rendersi visibili ai viventi. Anche in Grecia e a Roma vi era tale credenza, al punto che un noto scrittore latino, Plinio il Giovane, parla di una casa infestata. Possiamo dire che il suo sia il primo vero e proprio racconto dell’orrore, una ghost story ante litteram.
Però è a partire dal Medioevo che l’interesse nei confronti di fenomeni oltremondani si fa più acceso. Si comincia a fare distinzione tra spiriti malvagi e spiriti buoni, ovvero le anime purgatoriali che cercano di conquistarsi il Paradiso. Nacquero poi discipline quali l’occultismo, la necromanzia, lo spiritismo, che escogitavano vari modi per mettersi in contatto con le anime dei defunti per comunicare con loro e avere anticipazioni sul futuro.
I fantasmi più famosi
La letteratura è piena zeppa di storie di fantasmi di ogni genere. Ci sono spiriti che appaiono anche nei testi più inattesi: basti pensare alla tragedia “Amleto” di William Shakespeare dove al protagonista appare il fantasma del suo defunto padre, desideroso di vendetta. Il boom del genere ci fu però nell’Ottocento, specie in ambito anglosassone. In Italia i fantasmi sono sempre rimasti relegati per lo più ad un ambito folkloristico.
Charles Dickens scrisse il suo celebre racconto “Canto di Natale”, parlando di tre spiriti che in questo caso, però, non sono anime di defunti ma personificazioni del Natale passato, presente e futuro. L’unico vero fantasma della storia è quello di Jacob Marley, il socio di Ebenezer Scrooge che torna ad ammonirlo a cambiare vita.
Ci sono poi numerosi fantasmi che non sono solo nei racconti, ma che popolano luoghi reali e che a volte le persone affermano di aver visto. Celeberrimi sono, ad esempio, gli spiriti che popolano la Torre di Londra. Questo edificio vetusto è stato protagonista di molte apparizioni, ma quella più ricorrente appartiene ad Anna Bolena. La Bolena fu decapitata nel 1536 e si dice che si aggiri per le sale della Torre con la sua testa sotto al braccio.
Anche a Roma ci sono parecchi fantasmi: basti ricordare quello di Mastro Titta, che esercitò la professione di boia per circa 70 anni e che si può vedere di buon mattino in uniforme rossa sui bastioni di Castel Sant’Angelo. Per non parlare del misterioso Conte di Cagliostro, che morì nella Rocca di San Leo ma che pare si si faccia talvolta vedere nei pressi in cui abitava la donna da lui amata.
I fantasmi esistono davvero?
Per la scienza i fantasmi non esistono, e sono state date svariate spiegazione ai fenomeni paranormali. Pare che ci siano alcune forme di degenerazione mentale che portano la retina oculare a vedere figure che non ci sono; in altri casi si parla di miraggi, o fenomeni ottici di varia natura. Se pure si ammette l’esistenza dell’anima, e spesso questa viene esclusa, quel che è certo è che essa non può manifestarsi indipendentemente dal corpo.
Ma è davvero così? Al giorno d’oggi esistono parecchi “ghost hunters” che invece si danno un gran da fare per provare l’esistenza dei fantasmi e per entrare in contatto con loro. E se da secoli, anzi, da millenni si celebra il legame con il mondo dei morti (Halloween insegna) un motivo ci deve pur essere, e non è solo la struggente mancanza che avvertiamo nei confronti dei nostri cari defunti.
A chi chiede un’evidenza, una prova tangibile dell’esistenza dei fantasmi ovviamente non si può dare risposta. Come molte cose che attengono al mondo dell’invisibile, la decisione se credere o meno non può essere delegata alla ragione, ma al puro sentimento. Ogni essere umano è fatto di campi energetici e magnetici, che semplicemente non si dissolvono con la sua morte. A volte sono tanto forti da permanere e influenzare chi in vita ha amato chi ora non c’è più.
I fantasmi ovviamente non indossano lenzuoli bucati e non sventolano pesanti catene. Forse nemmeno infestano ville o manieri: potrebbe trattarsi in quei casi di creature ben diverse. Ma di certo ci sono spiriti che fluttuano nell’aria tutt’attorno a noi e che ci danno ora la forza di continuare, ora la fede per credere, ora il coraggio per cambiare. Sono questi i “fantasmi” che onoriamo fin dall’alba dei tempi e che non hanno nulla di spaventoso, ma anzi ci ricordano che c’è un’unica storia di cui tutti facciamo parte, da sempre e per sempre.