Fin da bambini ci viene insegnato che la Primavera arriva a marzo, e più esattamente il giorno 21. Poi cresciamo e scopriamo che non è affatto così, o perlomeno che non è sempre così! Ogni volta che si ripete l’Equinozio di Primavera siamo costretti a ricordarci che, per comodità, viviamo di convenzioni, ma che l’Universo è una macchina complessa, che non è facile racchiudere dentro schemi fissi.
La precessione degli Equinozi
Ci sono alcune nozioni astronomiche che ci possono aiutare a capire perché la data in cui diciamo che “entra la Primavera” è mobile. La prima riguarda la forma della Terra, che è sferica ma non in modo perfetto. Il nostro pianeta è un po’ schiacciato ai Poli. Come sappiamo, ruota su se stesso, attorno ad un’asse immaginario, e attorno al Sole.
Il Sole e la Luna, ovviamente in modalità diverse, agiscono con la loro forza di attrazione gravitazionale sulla Terra. Se quest’ultima fosse una sfera perfetta non ci sarebbero problemi. Invece, vista la sua forma schiacciata, accade che il suo asse venga un po’ spostato, in modo millimetrico, ogni anno ovvero ad ogni rivoluzione completa intorno al Sole.
Ecco allora che i Poli si spostano leggermente, per tornare nella stessa posizione una volta ogni 28.500 anni. Ed ecco quindi che cambiano anche le stelle che osserviamo, che si “spostano”, dal nostro punto di vista. La stella Polare, ad esempio, è quella che indica il Nord, ma un tempo era Alfa ad indicare il Nord, e in futuro sarà Vega.
Questo significa che anche il Sole si “sposta”, e di conseguenza il giorno dei Solstizi e degli Equinozi. Per recuperare il tempo che si perde il nostro calendario ha adottato l‘anno bisestile, ovvero ogni 4 anni aggiunge un giorno ai 365 canonici
Basterebbe pensare a tutto questo per capire quanto è breve il nostro tragitto su questa terra rispetto ai suoi moti, e quanto sia sciocco credere che ciò che noi sappiamo sia la verità assoluta. Come spiegato, persino quello che noi crediamo immutabile, in verità, non lo è affatto.
Quando il giorno è uguale alla notte
Il giorno dell’Equinozio di Primavera, teoricamente, le ore di luce sono pari a quelle di buio. In realtà non è esattamente così, ma per convenzione, ancora una volta, resta la definizione latina di aequa-nox ( la notte uguale al giorno). Quel che è certo è che questo giorno ha sempre rivestito un profondo significato simbolico per tutte le popolazioni antiche.
Un tempo l’Uomo viveva i cambiamenti della natura in modo molto più intimo di quanto non facciamo noi oggi, abituati a coltivare ortaggi e frutti in serre che annullano il concetto stesso di stagione. Inoltre era abituato a seguire i moti astrali con molta attenzione, tanto da aver capito ben prima di noi com’è che si muovono le stelle in Cielo.
L’aspetto più interessante dei moti celesti è la loro ciclicità. Tutto si ripete, ma lo fa in tempi troppo lunghi perché noi vi possiamo prestare attenzione. In passato, però, non si veniva spaventati dal pensiero di lunghi periodi di tempo. L’essere umano si sentiva inserito nella grande Ruota e amava anche prevedere ciò che sarebbe stato molto, molto dopo la fine della sua esistenza terrena.
Ecco come è nata l’Astrologia, che oggi è a sua volta una convenzione. pensa che il tuo segno di nascita non è più quello che è stato fissato secoli fa, proprio per via della processione degli Equinozi. Però continuiamo ad adottare la stessa suddivisione canonica, per comodità.
La Sfinge che guarda ad Est
Sono molti i monumenti antichi che sono stati costruiti seguendo dei precisi allineamenti astronomici. Uno di questi è l’enigmatica e misteriosa Sfinge, che all’alba del primo giorno di Primavera può osservare il primo raggio di Sole che sorge. La Sfinge è infatti orientata ad Est.
Chi ipotizza che questa ciclopica costruzione fu eretta molto prima di quanto comunemente non si creda lo fa basandosi anche su supposizioni astronomiche. Il corpo della Sfinge è quello di un leone, e la Costellazione del Leone si trovava ad Est nel 10.500 avanti Cristo. Era quella l’era del Leone mentre, come è noto, oggi viviamo nell’Era dell’Acquario.
Nel 2019 l’Equinozio di Primavera cade il 20 marzo, e questa resterà la data per molto tempo ancora. L’ultima volta che invece l’Equinozio è accaduto il 21 marzo era nel 2007. Secondo una diffusa credenza folcloristica spagnola, durante l’equinozio le fate spargono petali di rosa, e chi ne trova uno sarà fortunato per il resto della sua vita.
A caccia di petali di rosa, dunque! Perché la data non conta: dovremmo fare come gli antichi, e sentire il cambio della stagione direttamente dentro di noi, entrando in risonanza armonica con il Pianeta stesso che, lentamente, si risveglia. Senza dimenticare che nell’emisfero australe invece comincia l’autunno, nel perenne ciclo della Ruota della Vita.