Al giorno d’oggi ognuno di noi possiede un orologio, magari tu hai anche uno smartwatch che fa tante altre cose, oltre che dirti l’ora esatta. Anticamente lo scorrere del tempo, seppure percepito, veniva calcolato in modo molto diverso da quanto non facciamo noi. Credi forse che per un Druido potesse costituire una preoccupazione l’idea di non arrivare puntuale ad un appuntamento? Impossibile: il suo ritmo era in perfetta sintonia con quello della Natura.
Il calendario celtico era un calendario lunare, vale a dire che veniva scandito dalle fasi della Luna (Luna Nuova, Luna Piena, Mezza Luna e Quarti di Luna), diversamente da quanto accade con il calendario che usiamo noi che è quello gregoriano. Anche se non ci hai mai pensato, devi sapere infatti che il modo in cui scandisci il tempo della tua vita non è reale: non è altro che una convenzione.
Il Calendario Gregoriano e del Perché non è l’unico esistente al Mondo
L’Uomo è una creatura meravigliosa ma piena di limiti: ad un certo punto della sua Storia, perciò, si è dovuto dare delle regole per raccapezzarci qualcosa. Ovviamente, anche se ci piace dirlo, non è vero che “tutto il Mondo è Paese”. Il Mondo è vasto e le abitudini e le attitudini di chi vive in luoghi lontani sono profondamente diverse.
Prendiamo il modo di misurare il Tempo. Il Tempo è un fluire ininterrotto e siamo noi, con la nostra limitatezza, che sentiamo il bisogno di mettergli delle regole. Per le popolazioni occidentali il calendario vigente è il calendario gregoriano, entrato in vigore nel 1582 e basato sull’anno solare, in quanto segue il ciclo delle stagioni (che sono determinate dal Sole).
Devi sapere che quel calendario è stato studiato a tavolino da esseri umani non diversi da te. Sicuramente avevano conoscenze e competenze molto approfondite in materia e, per un motivo o per l’altro, avevano grande autorevolezza. Sta di fatto che, senza esagerare, possiamo dire che quel calendario è una loro pura invenzione.
Se tu ti attieni ad esso è solo perché vivi in una società che, per convenzione, lo rispetta e lo prende per buono. Ciò non toglie che esistano anche altri modi per scandire il Tempo della Vita di un Uomo.
Il Tempo nella concezione dei Celti
Per noi il Tempo è una linea: per gli Antichi Celti il Tempo è una Ruota, un Eterno Ritorno. Basti pensare al fatto che per loro il giorno non cominciava all’Alba, come per noi, ma al Tramonto. Questione di punti di vista. Il loro calendario non iniziava il primo Gennaio, ma nel giorno equivalente al nostro 31 Ottobre, quando sembra che la Natura stia morendo. Fine e Inizio, dunque, non sono dicotomici, ma complementari e necessari l’Una all’Altro.
Il primo mese dell’anno celtico si chiama “Samonios” che si traduce più o meno come “la caduta dei semi”. Niente come il seme simboleggia ciò che deve morire per rinascere a nuova vita. Ecco il perché dal fascino che la Notte e il suo Astro, la Luna, esercitavano sui Celti. Per quanto il Sole fosse l’Astro più importante, ricordato in alcune festività, alla Luna andava una particolare predilezione tanto che essa veniva chiamata solo con l’appellativo “gealach” che vuol dire “luminosa“.
L’importanza della Luna si esprime soprattutto nel fatto che, come detto, il calendario celtico è lunare. La testimonianza che ne abbiamo è in una serie di frammenti bronzei, che un tempo dovevano essere un grande piatto, oggi conservati al Palais des Artes di Lione. Questo reperto viene chiamato “calendario di Coligny” e dimostra che il calendario celtico cominciava con la Luna Piena, era diviso in quindicine di giorni anziché settimane e indicava i giorni “buoni” e “non buoni” (equivalenti dei “fausti” e “infausti” romani). Era diviso di conseguenza in tredici mesi.
Le Festività Celtiche: Samhain, Imbolc, Beltain e Lughnasadh
Le principali ricorrenze celtiche erano quattro (a cui se ne sommano molte altre ritenute però minori):
Samhain: hai presente il tanto vituperato Halloween? Ecco, Samhain ne è l’antenato. Si trattava del “capodanno” celtico e cadeva il 31 Ottobre. Si credeva che in questa data i confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti si facessero più sottili e fosse quindi possibile attraversarli. In questo giorno il bestiame veniva riparato nelle stalle e da questa data in poi le guerre cessavano. Con Samhain iniziava il periodo del riposo invernale in attesa del Risveglio.
Imbolc: l’inizio della fine dell’Inverno, il 31 Gennaio circa, era segnato dalla nascita dei primi vitelli.
Beltain: si festeggiava intorno al primo Maggio ed era la festa della fertilità. Il bestiame veniva fatto uscire dai recinti e fatto passare tra due fuochi come rituale di purificazione. Era un momento di gioia e festa pura.
Lughnasadh: cadeva il 31 Luglio, all’incirca, ma prevedeva due settimane di festeggiamento: era infatti la grande festa dell’Estate che veniva celebrata con corse di cavalli e con la grande riunione di tutti i clan.
Come vedi, queste festività non si collocano ai Solstizi e agli Equinozi, ma in momenti intermedi determinati da altre considerazioni astronomiche.
La Natura e il Tempo, la Ruota e l’Eterno Ritorno
Naturalmente, anche il calendario celtico non era che una mera convenzione, esattamente come il nostro. Attiene sempre al bisogno, del tutto Umano, di dare un codice e un nome ad ogni cosa. Ciò non toglie che nel calendario di Coligny, che in molti considerano un vero e proprio almanacco in quanto contiene complessi calcoli pluriennali, ci sia qualcosa che manca nel calendario gregoriano: l’attenzione alla ciclicità e al costante ritorno del tempo, alla consapevolezza che tutto cambia continuamente.
Per ciclicità, infatti, non si intende il ripetersi sempre uguale degli stessi eventi, ma solo il Rinnovarsi del Tempo, sempre uguale e sempre diverso, né più né meno che l’acqua del fiume. Il senso del Tempo che scorre e non si arresta non è più presente nelle nostre menti perché lo suddividiamo in ore, minuti, secondi, e porzioni sempre più piccole, credendo forse così di poterlo mettere in una scatola e lì conservarlo, tra vecchie foto sbiadite.
I Celti invece sapevano che il Tempo può essere codificato, ma non intrappolato, e che il cambiamento è il suo prodotto principale. Perciò essi non temevano la Morte: sapevano che non è altro che un cambiamento, e per di più inevitabile, nello stato umano.
Quando sei particolarmente in affanno ricorda sempre questa profonda verità: il Tempo che scorre non torna mai più, il momento passato è passato nel Gran Fluire del Tempo. Perciò abbandonati alla corrente, seguila con il tuo respiro, e il Tempo non avrà più potere su di te ma sarai tu Padrone del Tuo Tempo.