La notizia è di quelle da prendere letteralmente con le pinze, ma ci sono abbastanza elementi da far tremare le vene e i polsi. Di prossima uscita è un film-documentario che, in base a quanto annunciato da chi lo ha prodotto, mostra le prove inconfutabili dell’esistenza di Atlantide.
Uno sguardo dall’alto
Ogni ricerca di Atlantide è sempre partita dalla prima fonte scritta che abbiamo e che attesta l’esistenza di questo continente. Platone, noto filosofo greco, nei suoi dialoghi “Timeo” e “Crizia” parla di questa terra antichissima, esistita ben 9000 anni prima di quando scrive (IV secolo avanti Cristo). A sua volta Platone ne era stato informato da Solone, che aveva ricevuto notizie di prima mano da un sacerdote egizio.
Proprio seguendo in modo quasi pedissequo le parole scritte da Platone, la Merlin Burrows ha effettuato delle indagini sulle coste al largo della Spagna meridionale. Platone dice infatti che Atlantide si stendeva “oltre le Colonne d’Ercole” (lo Stretto di Gibilterra). La Merlin Burrows è una società inglese che si occupa di fare scansioni satellitari della terra e del mare anche su incarico di agenzie governative.
Sul sito della Merlin Burrows possiamo leggere le qualifiche del suo personale: archeologi marini, storici, ricercatori. Un team di professionisti quindi ha cercato di capire, grazie all’uso delle moderne tecnologie, quanto di vero ci sia nel racconto platonico. Essenziali, in tal senso, le riprese satellitari.
Il Doñana National Park e cosa ha rivelato
L’area su cui si sono appuntate le ricerche, iniziate nel 2016 ma di cui sono trapelate le prime notizie solo un paio di mesi fa, è quella del Doñana National Park, che si trova in Andalusia. Questa zona non è nuova ad indagini archeologiche: sono ben noti numerosi reperti di insediamenti greci e romani. Secondo il team Merlin Burrows c’è anche dell’altro.
Sono stati osservati una serie di cerchi, disposti in modo tale che sembrano l’uno collegato all’altro, vicino alla città di Cadice. Si presume che qui, un tempo, potesse esserci un mare interno. Sono stati inoltre trovati dei materiali di costruzione fatti analizzare in un laboratorio specialistico di Modena. La datazione è ben anteriore all’epoca greco-romana.
La scoperta è stata descritta in questi termini dallo storico Tim Akers, a capo del gruppo di ricerca
Al centro della linea delle città costiere c’era un gigantesco mare interno lungo 65 miglia (100 km circa) costellato da numerose isole, alcune naturali, altre artificiali. Il complesso principale individuato è fatto di due piattaforme più grandi, costituite da isole collegate tra di loro.
Sono disposte in modo tale che dall’una sia visibile l’altra, e viceversa. Questo corrisponde con la descrizione di Platone, ed anche le misurazioni corrispondono. Dalle indagini sul terreno, è evidente che la zona sia stata devastata da due grandi tsunami.
Una civiltà antica e tecnologicamente evoluta
Oltre ad aver evidenziato la presenza di insediamenti umani, la ricerca del team Merlin Burrows ha soprattutto accertato che i materiali usati per la loro costruzione sono decisamente atipici per un’antica civiltà. Il dottor Giacomo Falanga, del Centro Prove di Modena, in un’intervista al Mirror ha dichiarato che il materiale analizzato è costituito da mica, potassio, ed altri elementi tenuti insieme da leganti come la calcite. Ha cioè descritto una sorta di primitivo cemento armato.
Andrea Carpi, ingegnere spaziale che lavora al laboratorio modenese, ha confermato che i materiali analizzati dimostrano l’esistenza di una civiltà sì antichissima, ma tecnologicamente molto avanzata. Ci sono abbastanza elementi per identificare l’insediamento del Doñana National Park con l’Atlantide di Platone. Una serie di documentari girati dalla Ingenio Films, casa di produzione cinematografica che ha sedi in Europa ed in America, racconterà quali sono gli elementi raccolti.
La Ingenio Films collabora con la Merlin Burrows per documentare diverse “scoperte leggendarie”. I toni usati per presentare i filmati girati sulle scoperte fatte al Doñana National Park, che si intitolano “Atlantica”, sono decisamente sensazionalistici.
All’inizio del 2016, in assoluta segretezza, ci siamo imbarcati nella prima di quelle che sarebbero diventate molte spedizioni. Fin dal primo momento abbiamo capito che stavamo per fare la più importante scoperta archeologica di tutti i tempi! Prove concrete che Atlantide è esistita. Per la prima volta nella storia, unisciti al nostro team per scoprire ciò che resta del mitico impero di Atlantide!!
Sul sito si legge anche che gli studiosi hanno individuato alcuni edifici ben precisi: il tempio di Poseidone, la città portuale di Poseida e il grande muro che costituiva l’accesso al porto. Che si tratti di Atlantide, o meno, certo è che le scoperte fatte testimoniano che questa zona della Spagna meridionale un tempo ha ospitato una civiltà molto avanzata, che ha parecchio da raccontare ancora oggi.
Atlantica: un viaggio nel passato che ci proietta verso il futuro
Come spiegano anche gli studiosi della Merlin Burrows, c’è ancora molto da studiare per capire fino in fondo i ritrovamenti che hanno effettuato. Gioca a favore dei futuri approfondimenti il fatto che l’area sia già protetta, e che quindi si potrà continuare a lavorare in tutta tranquillità.
Anche se molti si ostinano e pensare che il racconto di Platone sia solo utopico e allegorico, Atlantide acquisisce sempre più i contorni della realtà. Dal più remoto passato emergono elementi che potrebbero esserci di grande aiuto per il nostro futuro. Dovremo però avere la pazienza di cercare, ascoltare, capire, e abbastanza coraggio per andare fino in fondo a questo viaggio.