Il campo magnetico terrestre è una forza invisibile che si trova attorno al nostro Pianeta. Non ci pensiamo spesso, ma è grazie a questo scudo che la Terra non viene devastata dai venti solari e dalle radiazioni. Eppure vi è un luogo in cui tale campo magnetico è più debole, per motivi mai completamente chiariti. Gli scienziati lo chiamano “anomalia del Sud Atlantico” e c’è chi ne osserva l’evolversi con grande preoccupazione. Scopriamo insieme di cosa si tratta, e in che modo potrebbe avere a che fare con la storia antica di tanto, tanto tempo fa.
L’anomalia del Sud Atlantico
L’anomalia del Sud Atlantico (South Atlantic Anomaly, abbreviata SAA) è stata osservata solo in tempi recenti. Infatti, i dati relativi al magnetismo terrestre sono noti solo a partire dal XVI secolo. La prima misurazione dell’intensità del campo magnetico della Terra risale appena al 1832 e fu eseguita da Carl-Friedrich Gauss. Solo dopo il lancio dei primi satelliti nello spazio, intorno agli anni Sessanta, è stato possibile disegnare una mappa più o meno esaustiva. Solo a questo punto è apparso chiaro che in un certo punto dell’Oceano Atlantico si registrava qualcosa di strano, di “anomalo”, appunto.
In un’area che copre all’incirca tutto il meridione dell’Oceano Atlantico, insieme a parte di America, Africa e Antartide, si nota un notevole indebolimento del campo magnetico terrestre. Più esattamente, in questi punti le fasce di Van Allen sono molto vicine alla Terra. Queste fasce sono piene di particelle cariche di elettromagnetismo e più sono vicine alla superficie del pianeta, più sono intense le radiazioni che vengono emesse e minore è la protezione dai venti solari.
Ecco dunque che laddove sussiste la cosiddetta anomalia del Sud Atlantico si verificano fenomeni dovuti a questa alta intensità di radiazioni. Il primo effetto è sui satelliti e sulle navicelle spaziali, che subiscono dei malfunzionamenti. Gli astronauti sperimentano fastidi fisici, in alcuni casi la sovraesposizione alle radiazioni può anche provocare l’insorgere di tumori. Per questo motivo l’anomalia del Sud Atlantico è nota anche come “Triangolo delle Bermuda dello spazio”. Se i velivoli non scompaiono nel nulle, di certo subiscono notevoli danni.
Perché esiste questa anomalia
Sono tante le domande che sorgono a proposito di tale anomalia. Come dicevamo, a lungo ci si è chiesti se fosse fenomeno solo recente, rivelato grazie al lancio dei moderni satelliti, o se non sia qualcosa, per così dire “congenito” al campo magnetico terrestre. Il punto è capire se questa anomalia può diventare pericolosa o meno. Dal punto di vista dei viaggi nello spazio, sia la Stazione Spaziale Internazionale che il telescopio Hubble, quando attraversano la SAA, sanno bene come difendersi dai guasti.
Da sempre ci sono due diverse correnti di pensiero nella comunità scientifica internazionale, ed entrambe hanno delle prove da presentare a favore delle propria tesi. La prima dice che l’anomalia del Sud Atlantico è lì da milioni di anni e che quindi non deve destare alcuna preoccupazione. A provarlo sarebbe, ad esempio, la scoperta di un curioso rituale che avveniva migliaia di anni fa nei villaggi dello Zimbabwe e del Botswana che sorgevano lungo il fiume Limpopo.
Gli abitanti erano soliti dare fuoco a capanne e magazzini ogni volta che il fiume esondava, come rito purificatorio. Questo ha lascito delle rocce, derivanti dalla fusione dell’argilla, in cui sono conservate tracce geomagnetiche del passato. Gli studiosi che hanno condotto le ricerche, capitanati da John Tarduno dell’Università di Rochester, hanno dedotto che l’anomalia del Sud Atlantico è un fenomeno che è esistito anche in passato, seppure forse con caratteristiche un po’ mutevoli.
L’inversione dei poli magnetici
Sotto l’Africa si troverebbe un’area in cui il ferro liquido che scorre tra mantello e nucleo provoca un’inversione del campo magnetico, e ciò ne causa anche l’indebolimento. L’anomalia del Sud Atlantico, in quest’ottica, sarebbe qualcosa che ha a che vedere con la forma della Terra, con la sua composizione interna, e con lo schiacciamento delle fasce di Van Allen. Tutti fattori che non cambiano che in modo infinitesimale nel corso degli eoni dell’Universo e che quindi non dovrebbero interessare troppo la vita umana.
C’è però un’altra realtà, comprovata ormai in modo inconfutabile da numerosi indagini geologiche e geomagnetiche, di cui bisogna tenere conto. Parliamo dell’inversione dei poli magnetici della Terra. I poli magnetici terrestri (che ovviamente hanno poco o nulla a che fare con quelli geografici) si spostano continuamente e, periodicamente, si cambiano di posizione. Ciò accade, secondo i calcoli degli scienziati, una volta ogni 200.000 o 300.000. L’ultima volta in cui è accaduto risalirebbe a 780.000 anni fa.
Ergo, questo fa pensare che il fenomeno sia ormai prossimo a ripetersi. la conferma di ciò sarebbe il progressivo allargarsi, anno dopo anno, negli ultimi anni, dell’anomalia del Sud Atlantico. La quale, in questo scenario, non sarebbe poi così innocua e sarebbe dunque qualcosa a cui prestare attenzione non solo per i viaggi nello spazio. Ma la vera domanda, ovviamente, è: quali conseguenze potrebbe avere l’inversione dei poli magnetici della Terra?
Le conseguenze dell’inversione dei poli magnetici sulla Terra
Ci sono conseguenze difficili da immaginare ma che possono essere ipotizzate. In linea di massima, sappiamo con certezza che ci sono animali che si orientano grazie al magnetismo della Terra. Ad esempio, le balene. Un’inversione dei poli potrebbe causare il loro smarrimento, potrebbe mettere in serio pericolo la loro stessa sopravvivenza, così come quella di molti altri animali. Considerando inoltre che molte specie sono già a rischio di estinzione. Ma forse gli animali possiedono già un meccanismo di difesa a qualcosa che accade con regolarità. Questo è impossibile saperlo.
Per quel che riguarda noi uomini, di certo il nostro stile di vita moderno e ipertecnologico subirebbe un duro colpo. Tutto ciò che è elettronico andrebbe in tilt, e molte azioni quotidiane sarebbero inibite. Dando per assodato che l’inversione dei poli è solo questione di tempo, ce n’è abbastanza di cui preoccuparsi. Ma siccome cambiare il nostro stile di vita sarebbe troppo oneroso, e siccome nessuno sa prevedere quando l’evento accadrà, per ora gli scienziati si limitano a raccogliere dati e a studiare.
L’ultimo interessante spunto che ci offre l’esistenza dell’anomalia del Sud Atlantico riguarda le grandi civiltà del passato. Sappiamo per certo che alcuni dei più grandi siti della storia dell’Uomo possiedono proprietà geomagnetiche, le quali erano ben note anche ai nostri antenati. Possono l’inversione dei poli terrestri e l’anomalia del Sud Atlantico aver causato la fine di alcune di quelle civiltà, o disastri la cui memoria si è sbiadita con il tempo? Per supporre questo, dobbiamo anche supporre che la storia dell’Uomo sia iniziata molto prima di quanto non si pensi. E se è così, molto può essere andato perduto, come particelle cariche di energie che si sono disperse nel cosmo lasciando però traccia della loro esistenza.
Fonti:
- https://www.nationalgeographic.com/science/article/earth-magnetic-field-south-atlantic-anomaly-africa-science
- https://www.nationalgeographic.com/science/article/earth-magnetic-field-flip-poles-spinning-magnet-alanna-mitchell
- https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/feart.2016.00040/full
- https://www.space.com/bermuda-triangle-in-space.html
- https://www.sciencedaily.com/releases/2008/11/081125090348.htm
- https://www.space.com/south-atlantic-anomaly-11-million-years.html
- https://earthobservatory.nasa.gov/images/144141/a-fire-in-the-middle-of-the-atlantic-ocean